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Etichettatura: Comi chiama le Pmi a fare lobby a Bruxelles

Data: 03/11/2011

Serve fare gruppo per forzare le decisioni per la difesa della qualità. A Ispra si sta facendo uno studio di fattibilità.


27 Ottobre 2011

La Filctem-Cgil della Lombardia ha proposto un “patto per lo sviluppo e la sostenibilità della filiera della moda” da sperimentare a livello regionale, nel corso del convegno Innovazione e Relazioni industriali nel sistema moda che si è svolto Malpensa Fiere.

Lara Comi ritiene l’idea di costruire una cultura della legalità e della trasparenza dei processi produttivi nella filiera del tessile della Cgil perfettamente in linea con quanto già sta facendo l’Europa, «che è riuscita a mettere d’accordo 27 Paesi varando un regolamento, approvato dal Parlamento e dal Consiglio che punta sulla tracciabilità. Ovvero su una carta di identità a 360 gradi del prodotto. Un sistema, quello della chiara etichettatura, che a mio parere difende meglio del made-in la qualità italiana, contrasta la contraffazione e procedimenti sleali all’interno della filiera rispettando i principi della trasparenza e della libera concorrenza internazionale».

Il peso della lobby
Comi evidenzia come sia in corso uno studio di fattibilità, che si sta sperimentando anche con il Centro comune di ricerca di Ispra per verificare come declinare questa tracciabilità: «se usare, per esempio, le tecnologie suggerite in commissione Imco e per le quali c’è il placet dal Consiglio, ovvero arrivare a un’etichetta elettronica. Siamo in una fase di negoziato. Per le piccole e medie imprese c’è la possibilità di fare una sana lobby. Ritengo opportuno che le Pmi vengano nelle sedi europee a proporre le loro idee. Se vogliamo difendere il manifatturiero in Europa bisogna fare squadra, attivare un dialogo costruttivo anche facendo rete con gli imprenditori stranieri».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_1761,00.html


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