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Corte dei conti: indicazioni geografiche gestite in modo poco efficace

Data: 29/11/2011

La Cce ha valutato il sistema di controllo, l'attrattiva e il precipitato sul pubblico, per concludere che manca una strategia di coinvolgimento di produttori e consumatori.


16 Novembre 2011

Rimandate a settembre, proprio per non bocciarle. Ma il lavoro da fare è tanto. Questa è la sintesi immaginifica della relazione della Corte dei Conti europea sul sistema delle Indicazioni geografiche.

Il sistema delle Indicazioni geografiche è stato concepito per tutelare le denominazioni registrate come denominazione di origine protetta (Dop) o indicazione geografica protetta (Igp). Il valore complessivo all'ingrosso dei prodotti a queste associate è stimato in 15 miliardi di euro l'anno.

Il sistema è stato concepito per essere opportunità economica per agricoltori e trasformatori di prodotti alimentari, per avere un impatto positivo sulle economie rurali delle regioni e per garantire l'informazione dei consumatori.

La Corte di Lussemburgo ha emesso una relazione speciale in cui dà conto del controllo che ha effettuato per valutare se la Commissione europea gestisce il sistema delle Ig in maniera tale da renderlo efficace nella realizzazione dei suoi obiettivi.

Cosa ha prodotto l'audit
Ai fini dell'audit, sono stati utilizzati tre criteri: la solidità del sistema di controllo, l'attrattiva per i potenziali richiedenti e la consapevolezza che i consumatori hanno del sistema stesso.

L'audit ha concluso che: in generale, occorre chiarire una serie di aspetti relativi al sistema di controllo del regime delle Ig e che manca una chiara strategia per quel la sensibilizzazione tanto dei produttori che dei consumatori al regime stesso.

Per la Corte, riportiamo dalla nota,
- le disposizioni normative non definiscono i requisiti minimi in materia di verifica dei disciplinari da parte degli Stati membri;
- il regolamento non definisce in modo chiaro l'obbligo degli Stati membri di effettuare controlli per prevenire e individuare le pratiche non autorizzate; di conseguenza, la maggior parte delle autorità nazionali controllate non effettua verifiche regolari per identificare e reprimere tali pratiche;
- la Commissione europea non svolge un attento monitoraggio su come viene attuato il sistema delle Ig negli Stati membri e on è stato sinora mai effettuato un audit del sistema delle Ig;
- i potenziali richiedenti spesso non sono nemmeno a conoscenza del sistema oppure sono scoraggiati dalle lunghe procedure per la domanda;
- il riconoscimento del sistema e dei suoi simboli da parte dei consumatori è molto basso.

Che fare?
La Corte formula quindi una serie di raccomandazioni per migliorare l'efficacia del sistema delle Ig: la Commissione dovrebbe definire requisiti minimi in materia di verifica dei disciplinari e fissare norme chiare per un sistema di controllo che preveda verifiche regolari per individuare e reprimere le pratiche non autorizzate.
E dovrebbe anche definire una strategia per sensibilizzare maggiormente al sistema delle Ig i potenziali richiedenti ed i consumatori e per ricercare mezzi più efficaci per promuovere il sistema tra gli stessi.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,73_ART_1785,00.html


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