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Proposto un passaporto per i professionisti all’estero

Data: 29/11/2011

Medici, ingegneri, dentisti e altri professionisti dovrebbero poter lavorare oltre confine con più facilità. Le riserve di Lara Comi.


15 Novembre 2011

Si stima che entro il 2020 in Europa saranno necessari 16 milioni di lavoratori per altrettanti lavori di altro profilo, ma il sistema in vigore per il riconoscimento delle qualifiche professionali ottenute in un altro Stato membro è, secondo il Parlamento, lento e complicato.

Una risoluzione non legislativa, votata con 463 voti a favore, 163 contrari e 17 astensioni, espone le richieste del Parlamento alla Commissione, che dovrà presentare una proposta di modifica della Direttiva sulle qualifiche professionali del 1995.

Per semplificare le procedure i deputati propongono di introdurre un passaporto professionale facoltativo per essere inseriti immediatamente nel già esistente Sistema d'informazione del mercato interno (Imi) che mette in collegamento le autorità pubbliche di tutta l'Ue.

I deputati chiedono anche una serie di linee guida per consigliare i candidati alla mobilità.
I deputati avvertono che ci sono stati in passato problemi gravi legati alla possibilità di professionisti di continuare a esercitare in altri stati membri, anche in presenza di una sospensione dal lavoro nel proprio paese d'origine.

Per assicurare la sicurezza dei cittadini si chiede la creazione di un meccanismo, all'interno dell'Imi, per avvertire i diversi Stati membri nel caso in cui ci sia un procedimento contro un determinato professionista in una qualsiasi nazione dell'Unione.

Secondo la risoluzione agli Stati membri dovrà anche essere consentito di testare la conoscenza della lingua dei medici per evitare che eventuali incomprensioni linguistiche fra colleghi e pazienti possano compromettere la diagnosi e le terapie.

La direttiva in vigore prevede norme per circa 800 professioni regolate e assicura automatico riconoscimento per 7 professioni: medici, dentisti, farmacisti, infermieri, chirurghi veterinari, architetti e ostetriche.

Comi: prima la formazione
In merito è critica Lara Comi, che si è astenuta: «prima di procedere all’armonizzazione delle professioni e alla semplificazione della mobilità di medici, dentisti o ingegneri all’interno dello spazio europeo occorre rendere omogenei i differenti livelli di istruzione sulla base del processo di Bologna che ha l’obiettivo di introdurre un sistema di titoli accademici facilmente riconoscibili e comparabili».

Oggi per Comi ci sono tempi diversi per ottenere le qualifiche professionali e percorsi accademici non omogenei nei diversi Stati membri: «chi raggiunge il traguardo può pertanto seguire percorsi più lunghi o più brevi attraverso una qualità di istruzione differente. Non possiamo agire sulla semplificazione della mobilità se prima non regoliamo i differenti iter formativi che rischiano di creare intollerabili scorciatoie che si traducono in rendite di posizione».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_1781,00.html


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