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Svizzera: niente bilaterali, serve un accordo quadro europeo

Data: 13/12/2011

Sbagliato fare come Germania e Gran Bretagna. Lo pensa Lara Comi, che mette sul tavolo italiano oltre al rientro dei capitali la questione frontalieri.


09 Dicembre 2011


Per Lara Comi «con la Svizzera serve un accordo quadro europeo e non accordi bilaterali come quelli stipulati dalla Germania o dalla Gran Bretagna, sanatorie che espongono al rischio di infrazione in ambito Ue e non in linea con le regole Ocse».

Sul tema la vicepresidente della Commissione Commercio interno e protezione consumatori del Parlamento europeo concorda con il ministro italiano per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda.
Il ministro, rispondendo a un'interrogazione parlamentare, per Comi «ha indicato una via corretta. Con la Confederazione elvetica serve mettere in chiaro a livello comunitario una serie di questioni irrisolte, che rispondano anche al rientro dei 100 miliardi di capitali italiani che si trovano nelle banche di quel Paese fino allo sblocco dei 23 milioni di ristorni dei 51 mila frontalieri d'oltreconfine, di Varese, Como, Sondrio, Lecco. Risorse attese dagli enti locali lombardi e ferme dal giugno scorso per decisione del governo ticinese».

In un incontro avuto a Bruxelles con Miroslav Lajcak, diplomatico e braccio destro dall'Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Catherine Ashton, Comi ha convenuto che più di accordi individuali tra singoli Stati, con la Svizzera serva un patto con l'Unione europea: «la palla deve passare alla Ue, perché ha maggiore potere negoziale rispetto agli Stati membri».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_1817,00.html


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