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Data: 11/07/2012

Perché la direttiva sia correttamente la definizione della nozione di "lavoratori" non può essere lasciata alla discrezione degli Stati membri, ma deve essere uniforme in tutta l'Unione europea e conforme agli obiettivi della direttiva, al principio della parità di trattamento e alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
La richiesta della Commissione è formulata attraverso un parere motivato, secondo la procedura prevista dall'Unione europea nei casi di infrazione. L'Italia ha quindi a disposizione due mesi per informare la Commissione circa le misure attuate per adeguare la propria legislazione alla legislazione dell'Unione.
Da notare che la Commissione è venuta a conoscenza dell'infrazione riguardante l'esclusione dei dirigenti in Italia grazie ad una petizione presentata al Parlamento europeo.

Insufficiente trattamento delle acque reflue urbane
La Commissione europea ha deciso di ricorrere contro l'Italia dinnanzi alla Corte di giustizia per non aver garantito che le acque reflue provenienti da agglomerati con più di 10.000 abitanti siano adeguatamente trattate prima di essere scaricate in aree sensibili.
La mancanza di idonei sistemi di raccolta e trattamento, previsti dalla legislazione dell'Ue già dal 1998, comporta rischi per la salute umana, le acque interne e l'ambiente marino. Nonostante i buoni progressi compiuti dopo il parere motivato in materia del 2011, la gravità delle persistenti lacune ha indotto la Commissione ad adire la Corte di giustizia dell'Ue. L'Italia è in ritardo nell'applicazione della legislazione.
Nel 2011 la Commissione inviò un parere motivato poiché oltre 143 città in tutto il paese non erano ancora collegate a un idoneo sistema fognario e/o non disponevano di impianti di trattamento secondario o questi ultimi avevano capacità insufficiente.
Anche se sono stati compiuti progressi, 14 anni dopo la scadenza del termine iniziale almeno 50 agglomerati presentano ancora lacune e sono necessari ulteriori lavori affinché i centri urbani non ancora conformi raggiungano gli standard previsti a tutela dei cittadini e dell'ambiente.
Pertanto, per la seconda volta, la Commissione ha deciso di adire la Corte di giustizia dell'Ue.


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