English version

Perché e come l'Europa dovrà investire in cultura

Data: 25/07/2012

C'è da fare il programma 2014-2020 e dal dibattito in Commissione Cultura del Parlamento Europeo esce un contesto orizzontale alla crescita Ue. Costa: budget distinti per i programmi Media e Industrie creative.


20 Luglio 2012

Recentemente in Commissione Cultura del Parlamento europeo è stato discusso il programma presentato dalla Commissione Europea, Europa Creativa 2014-2020.
Silvia Costa, a cui spetta la relazione, ha illustrato in un documento sintetico la proposta fatta.

I punti di partenza condivisi
Si concorda con la Commissione europea per incrementare il budget di Europa Creativa del 37% rispetto ai due programmi Cultura e Media (2007-2014) ancora in corso, e di rafforzare gli obiettivi di cooperazione e circolazione delle opere e degli operatori culturali, artistici, creativi e industriali.
C’è la necessità di rendere effettiva la dimensione orizzontale della cultura rispetto a tutte le politiche comunitarie, reinserendo gli aspetti culturali nel programma Horizon 2020 sulla ricerca, e gli investimenti nella cultura nella Politica di Coesione (Fondi Strutturali) e nell'Agenda Digitale.

Da sottolineare è l'andamento anticiclico del comparto culturale e audiovisivo, che attualmente rappresenta circa il 4,5% del Pil e occupa 6 milioni di addetti, e ha visto finora in crescita i dati sul consumo, sulla produzione di contenuti multimediali nonché sull'occupazione e un alto indice di innovazione tecnologica.
Per il cinema, poi, l'accelerazione dei processi di digitalizzazione della distribuzione rischia di tagliare fuori dal mercato una quota di sale a schermo singolo, perlopiù situate nei piccoli e medi centri, caso vuole, quelle più attente alla programmazione europea e di qualità.

Al lavoro con il Consiglio
Il regolamento proposto dalla Commissione è stato oggetto di un accordo parziale approvato a maggio dal Consiglio dei Ministri, sotto la presidenza danese, che ha introdotto alcune modifiche interessanti.
In Commissione Cultura del Parlamento europeo, si è tenuta anche un'audizione del Ministro alla Cultura e all'Istruzione, Giorgos Demosthenous, che ha rassicurato sulla volontà di trovare un´intesa positiva col Parlamento, dato che è colegislatore dei programmi multiannuali.
Gli è stato chiesto di dare precisi segnali di considerare una priorità, durante il turno di presidenza, i finanziamenti per l'istruzione, la cultura e la ricerca.

Le priorità da tenere presente
Alla luce delle premesse e del confronto con le altre istituzioni europee, Costa ritiene che sia opportuno inserire la parola cultura nel titolo del programma, valorizzando la sua centralità e la natura duale, ossia come valore immateriale e sociale da un lato, ed economico dall'altro.

Va fatta distinzione, poi, tra il programma Cultura e Industrie Culturali Creative e il programma Media, specificando budget e azioni distinte, pur all'interno del framework legale "Europa Creativa", e mantenendo come strand la sezione intersettoriale.
Questo anche in considerazione del fatto che il settore audiovisivo è più orientato al mercato e alla competitività, in ragione della sua componente industriale, mentre lo è meno il settore culturale, internamente eterogeneo.
L'integrazione delle industrie culturali e creative nel programma Cultura comporta il riferimento a 12 diversi settori, che vanno dalle biblioteche e gli archivi all'architettura, al design, all'artigianato artistico.
E per Costa sarebbe opportuno aggiungere la moda.

Va colta la grande opportunità rappresentata dalla sfida digitale e dalla multimedialità e l'identificazione, nel programma Media, del cinema e dell'audiovisivo come prodotti autonomi legati al sistema industriale specifico e distinti dagli strumenti di promozione cross-mediale di progetti culturali appartenenti ad altri settori.

Va incluso tra le basi legali del programma, accanto al rispetto della diversità culturale e linguistica, il riferimento alla tutela e alla promozione del patrimonio culturale tangibile e intangibile e al dialogo interculturale.

Va calcolato l'impatto degli investimenti culturali nello sviluppo locale e territoriale e nei contesti urbani e il conseguente ruolo chiave delle autorità locali, regionali e nazionali, delle associazioni e delle organizzazioni, nello sviluppare e promuovere la cultura, l'innovazione artistica e le industrie creative.

C’è poi lìimportanza dell'alfabetizzazione nei settori culturale, digitale, mediatico e del film e la possibilità di accesso alla formazione per tutti i cittadini dell'Unione, con particolare riguardo ai professionisti del comparto, incoraggiando il rapporto con le università e le istituzioni culturali.

Vanno potenziate definizione e ruolo degli artisti, anche attraverso programmi di training e di mobilità e di scambi tra istituzioni culturali.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,76_ART_2100,00.html


•   altre informazioni


Pagina precedente