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Data: 25/07/2012

Va specificato lo status delle microimprese, delle organizzazioni non profit e delle istituzioni culturali pubbliche operanti nel settore.
Va indicato esplicitamente, anche a seguito della cancellazione del programma Media Mundus, il sostegno specifico a progetti di cooperazione con paesi terzi in ambito culturale e audiovisivo.
Va definito nell'ambito del regolamento la ripartizione del budget tra i tre diversi ambiti e una più specifica individuazione delle azioni che saranno oggetto di bandi.

Serve maggiore chiarezza riguardo alle disposizioni relative allo strumento finanziario rivolto al settore proposto dalla Commissione europea, con particolare riferimento alla selezione bilanciata dei progetti in portfolio e al miglioramento della capacità delle istituzioni finanziarie di valutare i progetti culturali e creativi.

Vanno previsti, tra gli strumenti di monitoraggio e valutazione, indicatori qualitativi di misurazione dell'impatto della cultura. Necessario prevedere, in luogo della procedura consultiva prevista dalla Commissione europea, che l'implementazione del Programma nei sette anni sia sottoposta al vaglio del Parlamento europeo attraverso atti delegati sugli obiettivi, le azioni previste, i risultati attesi e i criteri di valutazione.

Cambiare Horizon
Nella stessa direzione di valorizzazione e integrazione della cultura come dimensione orizzontale delle altre politiche e programmi comunitari vanno gli emendamenti, approvati sempre in Commissione Cultura, al testo dei regolamenti che istituiscono e implementano il programma pluriennali 2014-2020 sulla ricerca.
Per quanto riguarda Horizon 2020, Costa si è concentrata soprattutto sugli spazi di manovra che la redazione legislativa lasciava alla reintroduzione del tema culturale.
È stato proposto di considerare nei progetti di ricerca sulle cause delle malattie e delle buone condizioni di salute, anche l'impatto che sulle stesse hanno le condizioni sociali e culturali e l'attività creativa quotidiana; rafforzare il ruolo della ricerca umanistica, restituendole la centralità che ricopre nel potenziamento dell'inclusione sociale e del dialogo interculturale; riportare la politica di salvaguardia del patrimonio culturale tangibile e intangibile, e in generale tutta la politica culturale, nell'ambito della attività finanziate in modo coordinato con il programma di ricerca; rimettere la cultura al cuore di quel processo di innovazione sociale attivato dalla digitalizzazione.
Per quanto riguarda gli emendamenti ai testi legislativi della politica di coesione, in materia di quadro strategico generale è stato proposto di reintrodurre il patrimonio culturale e la tutela della diversità culturale tra gli obiettivi tematici della politica di coesione; per il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale è stata sollecitata la promozione dell'imprenditorialità nel settore culturale e creativo, e il turismo legato al medesimo.
Ancora in materia di politiche di coesione, sono passati alcuni emendamenti al parere redatto dalla Commissione Cultura sul regolamento del Fondo Sociale Europeo. Anche in questo caso lo scopo é di ribadire la necessità di utilizzare i fondi strutturali a fini di promozione e salvaguardia del patrimonio e della diversità culturale. In questo caso va incoraggiata la partecipazione degli enti e degli amministratori locali, ribadendo le tematiche consuete dell´opportunità che soprattutto a livello regionale e locale la cultura può rappresentare per l´economia, anche quella sociale, e per la piccola impresa.


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