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Data: 19/10/2012

Key data on language teaching at school in Europe 2012 - Eurydice

I bambini in Europa iniziano a studiare le lingue straniere a un’età sempre più precoce: è quanto evidenzia il rapporto sull’apprendimento linguistico pubblicato da Eurydice in collaborazione con Eurostat e la Commissione europea, che analizza l’insegnamento linguistico in 32 paesi europei utilizzando dati di fonte Eurostat, Eurydice, OECD (indagine PISA) e dell’indagine europea sull’apprendimento delle lingue. Come mostra il rapporto, la maggior parte dei paesi europei ha abbassato la soglia di età per l’apprendimento obbligatorio di una lingua straniera e un numero crescente di studenti apprende due lingue per almeno un anno durante la scuola dell'obbligo. In quasi tutti i paesi considerati, la lingua maggiormente insegnata è l’inglese. I dati mostrano però una criticità per quanto riguarda i docenti: solo il 53,8% di quelli coinvolti nell’indagine dichiara di aver trascorso più di un mese per studiare nel paese della lingua che insegna, perché pochi sono i paesi in cui gli insegnanti di lingue straniere hanno l’obbligo di trascorrere un periodo di studio all'estero. Al seguente link potete consultare la pubblicazione.


Mind the gap – education inequalities across EU Regions - European Union

Realizzato per conto della Commissione europea da un gruppo di esperti del NESSE (network europeo per la ricerca sociale), il rapporto vuole offrire una mappatura dei divari che esistono tra i vari Stati dell’Unione e tra le varie regioni all’interno di essi, sia per quanto riguarda le opportunità di accesso all’istruzione, sia per quanto riguarda i livelli d’istruzione degli individui. Emerge un divario nord-sud: la percentuale più elevata di persone con basso tasso d’istruzione si concentra nell’Europa meridionale, mentre i tassi più elevati si registrano al nord. Anche l’istruzione superiore fa registrare un divario geografico analogo. Notevoli sono anche le disparità territoriali per quanto riguarda la partecipazione degli adulti all’apprendimento permanente. L’azione politica dovrà dunque essere non generica, ma mirata ai territori, e in quest’ottica, un contributo importante potrà venire dal Fondo sociale europeo. La relazione, che utilizza dati Eurostat, visualizza le disparità territoriali con oltre cento cartine e individua le 10 regioni più virtuose e le 10 meno virtuose per ciascuno degli indicatori considerati. Al seguente link potete consultare la pubblicazione.



Coordinamento redazionale: Ismene Tramontano
Responsabile di Redazione: Francesca Ludovisi
Hanno collaborato: Concetta Fonzo e Anna Maria Senatore

Sito web: www.euroguidance.it/


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