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Le associazioni d'accoglienza di donne nei vari paesi nel mondo

Data: 26/10/2012

Le associazioni d'accoglienza di donne nei vari paesi nel mondo a cura di www.expatclic.com

Da che espatrio è espatrio, le donne hanno dimostrato una grande capacità associativa e solidale a tutte le latitudini. Nel senso che, ovunque si trovino, riescono a mettere insieme idee e intenti, per creare delle belle sinergie che dan vita a progetti, gruppi e associazioni che in alcuni casi, per delle espatriate appena arrivate in un nuovo paese, possono essere una vera manna dal cielo.

Soprattutto negli ultimi anni si sono moltiplicate le associazioni femminili di accoglienza, i gruppi di mamme espatriate, i bookclub, i gruppi di attività sportive, di volontariato, di cultura. Questo tipo di gruppi è innegabilmente importante per chi, arrivando in un nuovo paese, non sa come fare a stringere nuove amicizie e a trovare contatti di vario genere.
Il loro grosso vantaggio, oltre al fatto di proporre in molti casi attività e incontri interessanti e consoni ai vostri interessi, è che vi mettono in contatto con persone che condividono la vostra stessa esperienza d’espatrio, comprendono i vostri bisogni e il vostro disagio o entusiasmo (se ne avete). Spesso questi gruppi sono anche un modo per conoscere molto più rapidamente il vostro paese d’accoglienza.

Attraverso l’Anglophone Women’s Group di Brazzaville, tanti anni fa, io avevo conosciuto fantastiche donne africane che venivano a parlarci della realtà femminile congolese e di altre zone d’Africa.
Con quel gruppo di donne (di tutte le nazionalità, ma unite dal fatto di parlare inglese) ho fatto un sacco di visite e di cose belle, quella che ricordo con più affetto è il bookclub, un incontro mensile durante il quale discutevamo di letteratura da tutto il mondo – sceglievamo in effetti dei libri che coprissero tutti i continenti…

Stessa formula che ho ritrovato in Honduras, nel gruppo di donne anglofone, un gruppo che ho frequentato assiduamente fino a quando non mi sono unita al mitico Codoi. Il Codoi (Comité de Damas de Organismos Internacionales, cioè Comitato di Donne di Organizzazioni Internazionali), nonostante il nome pomposo era costituito da un gran numero di donne – in maggioranza latine ma anche europee, americane e qualche asiatica – di una disarmante semplicità e dal cuore profondo, che si dedicavano a vari progetti in appoggio alla comunità locale. Il più grosso ed entusiasmante era quello che aiutava il reparto bambini ustionati dell’ospedale pubblico della città. Ricordo ancora la mia prima riunione con loro: parlavo male spagnolo, ma nonostante questo mi hanno fatto tutte sentire a casa, e altamente benvenuta.

Dopo qualche mese il mio spagnolo è migliorato, al punto che per un certo periodo ho coperto la carica di presidente dell’associazione, ed è stata per me un’esperienza fantastica.
Attraverso il Codoi sono entrata in contatto con realtà durissime della vita locale, e l’assistenza al reparto ustionati è poi sconfinata a tutta l’area pediatrica dell’ospedale, il che ci ha permesso di spaziare (come interventi e come conoscenza) in tante altre aree, di incontrare medici eccezionali, di chiedere fondi a entità governative, e di organizzare eventi importanti, come la Marcia contro l’AIDS nella giornata mondiale contro l’AIDS, alla quale siamo riuscite a far partecipare il Presidente della Repubblica in persona, e la Primera Dama.
Le amicizie che si sono sviluppate intorno a queste attività le porterò sempre nel cuore. Non dimenticherò mai l’affiatamento, l’affetto, la stima che pervadeva il gruppo.
Quando sono partita dall’Honduras, alla tradizionale festa di addio che veniva organizzata per qualsiasi membro che lasciasse il paese, ho pianto talmente tanto che non sono riuscita a dire neanche mezza parola. Ma sono sicura che, nonostante abbia trascinato tutte quante in una sorta di catartica sofferenza, le mie amiche mi vogliono ancora bene!

Arrivata in Perù, mi sono avvicinata all’associazione di accoglienza francofona. Per chi non lo sapesse (vedi oltre) le francesi sono estremamente organizzate nell’accogliersi e nell’aiutarsi in tutto il mondo. Lima Accueil (http://limaaccueil.org/) non faceva eccezione, ed è stato attraverso questo incredibile e grande gruppo di donne (perlopiù francesi, ma anche molte latine che parlavano la lingua di Proust) che ho trascorso momenti di entusiasmante libagione intorno alle grandiose tavolate peruviane, e ho scoperto angoli e situazioni nascoste di questa complessa e affascinante metropoli.


Fonte:Eurocultura.


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