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Data: 26/10/2012

Per ridurre ancora di più il tempo all’estero potremmo affidarci all’ormai notissimo programma Erasmus, che consente agli studenti di un’università di un paese europeo di trascorrere un periodo che va dai tre ai dodici mesi in un’altra università europea.
In questo caso le borse di studio vengono gestite direttamente dall’università di partenza che le metterà a disposizione dei propri alunni tramite concorso.

È bene sempre far riferimento all’ufficio relazioni internazionali per i tempi, i modi, i requisiti e le possibili destinazioni.

Vantaggio notevole del progetto è che non è necessario pagare nessun tipo di tassa nell’università ospitante, in cui si avrà lo status di “visiting student”, e inoltre si avrà diritto a una modica cifra mensile in qualità di borsa di studio.

Un altro programma europeo a cui è facile accedere attraverso l’università è il progetto Leonardo che consiste nella realizzazione di uno stage all’estero di tre o sei mesi.
In questo caso il progetto può essere gestito dall’università ma anche da associazioni o ONG, e quindi può essere realizzato anche in una fase successiva alla laurea.
All’interno di un percorso universitario può però essere utile per la realizzazione dei tirocini necessari o per la realizzazione della tesi all’estero, inquadrando il periodo di stage all’interno del settore in cui vorremmo realizzare la nostra tesi.

In entrambi i casi è bene valutare bene la questione del tempo in relazione a ciò che vorremo portare a casa al nostro rientro: dobbiamo darci del tempo per imparare la lingua o possiamo concentrarci sugli esami? Conosciamo già il tipo di lavoro che svolgeremo durante il nostro stage o è qualcosa di completamente nuovo?
Diciamo che come regola di base bisogna considerare che i tre mesi minimi, anche se all’inizio possono sembrare molti, passano molto in fretta, soprattutto se dobbiamo imparare la lingua o se non siamo mai usciti di casa e dobbiamo darci del tempo per imparare a gestirci o se vogliamo approfittare del periodo per fare qualche viaggio-vacanza-esplorazione del paese ospitante.

Bisogna calcolare che qualsiasi cosa ci richiederà più tempo ed energia di quanto ne sarebbe stato necessario a casa nostra e che a volte si rischia di andare via proprio quando avevamo cominciato a conoscere il paese, la lingua e a sfruttare al meglio l’esperienza.


Il breve periodo

Questo non vuol dire che non si possa andare a studiare fuori anche solo per poche settimane, soprattutto nel caso in cui abbiamo le idee chiare di ciò che vogliamo fare e il tempo a nostra disposizione è limitato. In questo caso si può optare per una summer school (negli ultimi tempi è possibile trovare anche winter school) o per un corso di lingua all’estero.

Nel primo caso si tratta di corsi estivi intensivi che vengono organizzati dalle università e che si svolgono generalmente in lingua inglese. Possono durare due o tre settimane e generalmente gli studenti che arrivano da fuori vengono facilitati nella ricerca dell’alloggio grazie a delle convenzioni con b&b, collegi universitari o miniappartamenti. Anche in questo caso i corsi possono essere usati per approfondire temi legati alla realizzazione della tesi e magari a conoscere professori con cui proseguire i propri studi attraverso master o dottorati.

I corsi di lingua invece possono essere una buona risposta se l’obiettivo dello studio all’estero è il miglioramento della lingua straniera. In questo caso è possibile puntare su corsi intensivi che facciano lavorare effettivamente sulla grammatica e sulla correzione degli errori più frequenti. Un buon corso intensivo può far ottenere risultati pari a quelli di mesi trascorsi all’estero: si è più concentrati sull’obiettivo, non bisogna preoccuparsi del cercare alloggio o di farsi degli amici e si può veramente investire nell’apprendimento linguistico.

Concludendo con il nostro buon Guccini che ha aperto questa rubrica: importante sarebbe che al di là della scelta del periodo all’estero, variabili come sono le nostre esigenze, è bene partire per la nostra avventura con l’atteggiamento di chi vuole “ad ogni viaggio reinventarsi un mito, a ogni incontro ridisegnare il mondo”, ovvero con l’apertura mentale e la voglia di imparare da ciò che vivremo.


Potete leggere l'articolo al seguente link.


Fonte:Eurocultura.


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