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Data: 13/11/2012

• valutare il sistema di omologazione dei veicoli al fine di adottare una proposta per migliorare tale sistema, stabilire norme riguardanti la sorveglianza del mercato ed evitare la concorrenza sleale;
• condurre un'analisi dell'incidenza sulla competitività delle più importanti iniziative future, comprese quelle con un impatto significativo sull'industria automobilistica;
• verificare il valore aggiunto e la possibilità di svolgere un'analisi economica proporzionata relativa ad alcuni atti d'esecuzione, basati sulla legislazione vigente in materia di autoveicoli, quali le proposte sulla revisione delle prescrizioni relative alle emissioni di vapori della norma Euro-6 e contro la manomissione dei veicoli di categoria L (veicoli a due e a tre ruote e quadricicli).

Terzo: armonizzazione internazionale delle normative sugli autoveicoli
Entro il 2020 il 70% della nuova crescita economica avverrà nelle economie emergenti e il settore automobilistico seguirà l'andamento. Affinché gli autoveicoli europei siano esportati sfruttando le opportunità offerte dai mercati in crescita è importante promuovere l'internazionalizzazione dell'industria automobilistica europea, agevolare un accesso effettivo al mercato, armonizzare gli standard e le norme tecniche.
Si tratta di:
• considerare l'importanza di mantenere in Europa una base industriale forte e competitiva nel settore automobilistico ricorrendo a strumenti bilaterali e multilaterali (accordi di libero scambio);
• valutare sia gli impatti di ogni accordo commerciale sia l'impatto complessivo di tutti gli accordi sulla competitività dell'industria automobilistica;
• completare la cooperazione multilaterale a fini normativi nell’ambito dell’Unece con un'analoga cooperazione bilaterale soprattutto con nuovi importanti attori, ma anche con gli Usa, in seno al Consiglio economico transatlantico, e con il Giappone;
• promuovere e sostenere una maggiore armonizzazione internazionale delle normative in materia automobilistica mediante la riforma dell'accordo Unece del 1958 per adottare ed attuare normative internazionali più interessanti per i mercati terzi;
• contribuire all'elaborazione di una prima proposta per un sistema internazionale di omologazione dei veicoli completi nell'ambito dell'Unece che consenta il reciproco riconoscimento dell'intero veicolo;

Quarto: anticipare l'adattamento e attutire gli impatti sociali
Per fronteggiare la situazione economica caratterizzata dal trend negativo del mercato dell'Ue, dalla sovraccapacità strutturale e da annunci di chiusure di stabilimenti si tratta di:
• riunire i ministri dell'Industria, i rappresentanti del settore e i sindacati affinché stabiliscano azioni coordinate per affrontare le sovraccapacità, garantire gli investimenti necessari e assicurare che le misure di sostegno alla domanda e all'offerta siano conformi alle norme che regolano il mercato interno e la concorrenza;
• sostenere la costituzione di un consiglio europeo di esperti in campo automobilistico che riunisca le organizzazioni nazionali esistenti impegnate nella ricerca su competenze e occupazione nel settore automobilistico;
• incoraggiare l'utilizzo del Fondo sociale europeo (Fse) per la riqualificazione dei lavoratori nell'ambito delle nuove prospettive finanziarie dei fondi strutturali;
• rilanciare la task-force interservizi per studiare e seguire i casi più importanti di chiusura o di ridimensionamento di stabilimenti automobilistici. La task-force è già stata attiva (in modo puntuale) e molto efficiente in casi precedenti in campo automobilistico;
• individuare le buone pratiche e promuovere un approccio anticipatore nella ristrutturazione consultando i rappresentanti delle regioni in cui vi è una forte presenza del settore automobilistico, le autorità per l'impiego e le parti interessate del settore;
• nei casi di chiusura o ridimensionamento notevole degli stabilimenti, invitare gli Stati membri a considerare l'impiego del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg);
• incoraggiare gli Stati membri a utilizzare regimi di occupazione flessibile e il loro cofinanziamento a titolo del Fse a sostegno dei fornitori che potrebbero necessitare di maggior tempo per trovare nuovi clienti dopo la chiusura o il ridimensionamento di uno stabilimento automobilistico.


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