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Ritardi di pagamento: direttiva da applicare senza elasticità

Data: 05/02/2013

Tajani: siamo responsabili verso le imprese e il lavoro, la Pa si deve adeguare. L'Italia deve sanare le ambiguità del recepimento, pena procedura di infrazione. Lo scetticismo delle associazioni.


04 Febbraio 2013


Stanno per scadere i termini del recepimento della direttiva europea tesa a contrastare i ritardi di pagamento: il 16 marzo.
Italia, Cipro, Malta, Olanda e Irlanda hanno già notificato alla Commissione europea le proprie azioni a riguardo e i relativi testi sono al vaglio.

La Commissione europea ha attuato una forte campagna di sensibilizzazione che ha portato il vicepresidente Antonio Tajani a parlarne a Milano in un convegno dedicato al tema in cui sono intervenuti parlamentari europei e rappresentanti delle associazioni imprenditoriali.

Gli elementi cardine della direttiva sono noti: la Pa deve pagare le fatture alle imprese in 30 giorni. In casi eccezionali e concordati si può arrivare a 60 giorni.
Le imprese dovranno pagarsi le fatture entro 60 giorni.
Dopodiché, per tutti, scattano gli interessi legali: almeno l'8,75% annuo.

Il punto sui ritardi in atto
Per avere un quadro della situazione Davide Magri, ad di Intrum Justitia, società di recupero crediti, ha illustrato l'European Payment Index 2012, indagine che ha raccolto risposte da oltre 8.000 persone fra Cfo, credit manager e imprenditori europei.
Lo scorso anno in Europa si è avuto un aumento delle perdite sui crediti, che hanno raggiunto i 340 miliardi di euro.
Il 53% delle aziende patisce perdite di reddito e il 57% ha contrazione di liquidità.
Solamente il 52% delle fatture è pagato nei 30 giorni.
L'indice stabilisce il tasso di rischio: tenuto conto che il valore 100 corrisponde a rischi nullo, in Italia è 164, Grecia e Portogallo 190.
Le perdite sui crediti in Italia sono del 2,6%, la media europea è 2,8, Finlandia e svizzera sono al 2%. Il Regno Unito è sopra il 3%, ma perchè ha procedure di segnalazione piu serrate.
Pagamenti medi: nel consumo in Italia si arriva a 75 giorni, in Europa a 63, in Finlandia 15; nel B2B in Italia si sale a 96 giorni (la media europea è 91), in Finlandia è di 27.
Nei rapporti con la Pa in Italia si sale a 180 giorni, contro i 32 giorni dei paesi nordici.

Tajani: nessuna ambigutà sarà tollerata
Per Antonio Tajani, dunque, «la direttiva è fondamentale per uscire dalla crisi. I crediti accumulati delle imprese vanno liberati. L'Italia tutto sommato è avanti nel recepimento, anche se vanno chiariti alcuni aspetti. Le politiche che facciamo su pmi, spirito imprenditoriale, ripresa industriale europea possono essere vanificate se non vengono effettuati i pagamenti».

Nel testo italiano, rileva Tajani, esistono ancora ambiguità che vanno sanate: «Non devono esistere settori esentati. Dopo il chiarimento fornito dal governo abbiamo capito che l'edilizia è compresa. Ma non è chiaro ancora il termine ultimo di pagamento. Non è accettabile, la direttiva è chiara e la legge comunitaria prevale sulle altre norme».

Tajani è tranchant: «Non esiste spazio per un'interpretazione elastica. I dubbi interpretativi vanno sanati entro il 16 marzo. Se ciò non avverrà, avvierò una procedura di infrazione contro l'Italia. Noi lavoriamo per economia reale e monitoriamo la direttiva in tutti i paesi. Bisogna battersi contro la sciatteria procedurale».

E ce n'è anche per il patto di stabilità. «Noi mettiamo le regole di contabilità di stato al servizio della forma e non della sostanza. Sbagliato. Devono essere al servizio della economia reale. Dobbiamo intervenire su un'interpretazione diversa del patto di stabilita, specie per i debiti pregressi. Ne ho già parlato con il Commissario Olli Rehn. Non sarà facile, ma con un'azione forte di stati membri verso il consiglio, si può fare».

Idee per la pratica: dalla compensazione alla cartolarizzazione
Come trovare una sintesi concreta, allora? «Pare buona l'idea spagnola di compensare i crediti vantati verso la Pa con le tasse e gli oneri dovuti. Altra idea è avere una contabilità di bilancio separata per gli arretrati, per non aggravare deficit e debito pubblico nel momento del pagamento degli arretrati. Ancora: la cartolarizzazione dei crediti in cui banche e Cassa Depositi e Prestiti anticipano i pagamenti alle imprese facendosi poi rimborsare dallo Stato».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_2317,00.html


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