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Data: 05/02/2013

Le attese degli europarlamentari italiani
Per l'eurodeputato Raffaele Baldassarre «Intanto la direttiva c'è, è una base di partenza. Il problema è la mentalità: la Pa non si sente al servizio di cittadino e impresa. La direttiva è un'arma. Esistono perplessità sull'applicazione, non si capisce come in Italia lo si voglia fare a fondo e in quali tempi. Non sono state fatte le misure di accompagnamento della direttiva che intervengono sui tempi di attribuzione delle risorse. Il Patto di stabilità? A volte è una scusa. Chi ha debiti passati non può pensare di portarli avanti a infinito. Siamo pagatori netti con Europa, almeno svincoliamo le risorse non fruite dal patto di stabilità».

Secondo Francesco De Angelis, «il problema è che se non siamo efficaci sui pagamenti salta tutto il paese. Sgombriamo il campo da alibi peró: spesso si dice che il problema di fronte non lo si può risolvere. Non va bene. Serve certezza di diritto: chi lavora deve essere pagato. Non dobbiamo consentire deroghe. Dobbiamo accompagnarla con norme sulla finanza pubblica. Liberiamo le risorse non utilizzate dal patto di stabilità».

Le associazioni in attesa
Per Vincenzo Boccia presidente Piccola
Industria
di Confindustria: «Siamo il secondo paese manifatturiero di Europa nonostante il tax rate piu alto, le spese energetiche piu alte, lo spread. Il debito pregresso, è da cartolarizzare per pagare subito le imprese».

Per Paolo Buzzetti, presidente Ance, Associazione nazionale costruttori edili «siamo arrivati a 500mila posti di lavoro persi considerando l'indotto. La crisi di liquidità è determinata da banche che non danno credito e da ritardi di pagamenti. Nessun altro paese ha bloccato il motore dell'edilizia, noi sì».
I ritardi di pagamento non sono di oggi, hanno radici antiche: «pragmaticamente e provocatoriamente, oserei dire, che mi accontenterei di ritornare al ritardo cronico che c'era una volta, pur di sanare il credito pregresso
».

Giorgio Merletti, portavoce di Rete imprese Italia e presidente Confartigianato Imprese, trova che la direttiva sia «un trattato di educazione civica. Abbiamo attivato in Confartigianato un osservatorio e renderemo pubblici i casi di cattivi pagatori».


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