English version

Good day, Australia! Requisiti

Data: 05/04/2013

Good day, Australia!
di Elide e Alessandro


Requisiti


Hi, guys! How are you going, mates?
Siamo una coppia di vicentini; da più di un anno viviamo e viaggiamo in Australia.
Con questa rubrica vi racconteremo di noi e cercheremo di dare idee e alcuni consigli pratici a chi sta considerando l'ipotesi di passare un anno “downunder”.
Quanto scriviamo nasce dalla nostra esperienza e dal nostro personale percorso in Australia. Essendo chiaro che ci possono essere punti di vista diversi e altre modalità di approccio verso il viaggio in genere, noi vi offriamo il nostro, sperando possa darvi degli spunti interessanti.



1. REQUISITI PRE-PARTENZA

Si potrebbe anche partire alla sprovvista e alla completa avventura, ma noi crediamo che un minimo di preparazione sia utile, oltre che necessaria, per partire con tutto ciò che ci servirà, per lo meno inizialmente, e con serenità d'animo.
Oltre alla lista,che troverete nel prossimo articolo, di preparativi pratici da fare prima della partenza, ci sono tre cose fondamentali su cui ragionare e da cui vorremmo partire.


Innanzitutto, le motivazioni

Prima di un viaggio del genere bisogna chiarire nella propria testa le motivazioni che spingono a partire e lo stato d'animo con cui ci si appresta ad affrontare un periodo di vita all'estero. Crediamo sia un passaggio fondamentale per evitare di fare un salto nel vuoto e rischiare di rimanere delusi.

Noi ci siamo chiesti più volte perché volevamo fare questa esperienza, se stavamo scappando da qualcosa, quali erano le nostre aspettative, le nostre paure, i nostri desideri. Ci siamo chiesti che senso aveva fare questo viaggio per noi come singole persone e come coppia.

Durante il nostro viaggio abbiamo incontrato persone che queste domande forse non se le erano poste, sono partite d'istinto, in fuga da qualcosa di irrisolto o senza darsi alcun obiettivo, o che si sono rese conto di essere partite con “la compagnia” sbagliata, oppure da soli quando avrebbero voluto avere qualcuno con cui condividere. E prima o poi questi nodi emergono e vanno affrontati.

Allo stesso tempo pensiamo si debbano lasciare alle spalle un po' di paure che ci tengono fermi in situazioni stagnanti e non soddisfacenti. A volte ci si deve buttare e inseguire un sogno che, se non realizzato, sarebbe un sicuro rimpianto.
Ad esempio: perché non trasformare la perdita del lavoro (il caso di Ale) o la semplice voglia di cambiarlo e di “staccare” per un periodo (il caso di Eli) in un trampolino di lancio? Certo ci vuole coraggio, “coi tempi che corrono”, ma se veramente lo si vuole si arriverà a farlo.


Il piano

Un secondo importante aspetto è la costruzione di un piano, per lo meno iniziale. Decidere dove arrivare e perché, dove stare, come organizzarsi e cosa fare; e avere almeno un'idea di come proseguire.
Poi, durante il viaggio, tutto può accadere e siamo fermamente convinti che l'imprevisto e il lasciarsi trasportare dagli eventi siano una parte fondamentale del gioco, per godere appieno dell'esperienza e per non avere vincoli che potrebbero diventare paletti troppo stretti.

E' assolutamente inebriante la sensazione di libertà che si prova nel poter decidere spontaneamente di giorno in giorno il luogo in cui andare o il posto in cui fermarsi e i propri tempi per fare questo.
Tutto può succedere, insomma! Basta essere aperti, flessibili e pronti a ricevere quanto di più incredibile, inaspettato e strano la vita ci riserva. Cogliere l'attimo, quindi, e non lasciarsi sfuggire le occasioni.

Il nostro piano era questo: abbiamo scelto di atterrare a Sydney perché avevamo dei parenti che volevamo incontrare e abbiamo deciso di starci per una settimana, un tempo minimo per abituarci al cambio di stagione e di fuso orario, per farci un'idea della città ed espletare le prime pratiche burocratiche di cui avevamo bisogno (apertura di un conto in banca, richiesta del codice fiscale, attivazione della copertura sanitaria, ecc.).
Prima di partire abbiamo prenotato on-line un ostello, in una zona della città né troppo centrale né troppo periferica, in modo da poterci spostare a piedi o con la metropolitana.
Quindi avevamo progettato di spostarci verso Sud, facendo i wwoofers (volontari nelle fattorie biologiche in cambio di vitto, alloggio e condivisione della vita quotidiana - vi spiegheremo meglio cosa sono in un prossimo articolo) e già avevamo organizzato il soggiorno nelle prime 3 fattorie. Insomma il primo mese era più o meno già deciso, ma con flessibilità, infatti poi alcuni tempi e spostamenti li abbiamo modificati all'occorrenza.
I rimanenti 11 mesi li abbiamo invece programmati man mano, a volte con progetti di 2 -3 mesi (ad esempio decidendo quanto fermarsi in un posto per lavorare), a volte decidendo d'istinto (ad esempio in viaggio, ci fermiamo in un posto a seconda di quanto ci piace, delle sensazioni che ci dà).


•   altre informazioni


Pagina precedente