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Data: 09/12/2013

Anche la scelta di tenere la cooperazione sotto gli Esteri viene rivendicata da Pistelli che risponde alle domande di Nigrizia: “Rivendico la scelta che non ci sia un ministro ad hoc. È stato il punto di maggior dissidio che ho avuto con l’ex ministro alla cooperazione, Andrea Riccardi. Al quale, peraltro, riconosco due meriti: l’inversione di tendenza sulle risorse. E il metodo di grande partecipazione avviato con il Forum di Milano e proseguito con un dialogo molto strutturato con le ong. Perchè tra un ministro senza ministero e un mezzo ministro con un ministero dietro, io preferisco la seconda ipotesi. Ho bisogno di una rete su cui fare perno, al punto tale che grazie a questo elemento di forza posso presentarmi nelle stanze del ministero dell’economia e delle finanze e pretendere di decidere insieme come partecipare ai fondi globali e alle grandi agenzie multilaterali, cui va l’80% delle risorse legate all’aiuto pubblico allo sviluppo”.
Se il percorso verso l’approvazione del disegno di legge al Consiglio dei Ministri si presentava già irto ora è diventato un campo minato. Alla prossima puntata.


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