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Come organizzare congressi e convegni

Data: 15/05/2014

Imprese private, enti pubblici, organizzazioni politiche e sindacali, ma anche associazioni culturali e religiose. Sono questi i clienti che si rivolgono a chi organizza congressi e convegni. Un’interessante idea d’impresa per chi vuol avviare un’attività autonoma


Ogni anno circa un milione e mezzo di persone si muovono per partecipare a congressi internazionali e altri 25 milioni assistono a congressi nazionali o a riunioni di vario tipo. La maggiore disponibilità di tempo libero, e l’aumentata attenzione verso l’esigenza della comunicazione interpersonale spingono alla crescita del settore.
Non esistono però solamente i congressi internazionali che si svolgono alla presenza di centinaia di persone, magari, in qualche località esotica. In realtà, sono anche in costante aumento il numero di riunioni brevi, seminari, dibattiti, assemblee di piccole e grandi associazioni.
Esiste inoltre tutta una serie di avvenimenti a portata limitata la cui organizzazione può essere affidata ad una società specializzata. Per esempio, la cerimonia per la consegna di un premio letterario, l’organizzazione del vernissage di una mostra o, addirittura, di un matrimonio o di una festa di laurea, ecc.
Come si può notare, il settore è vasto per cui è possibile guardare a questa attività come ad un’interessante idea d’impresa.


Quali sono le potenzialità del mercato?

Stiamo parlando di un mercato di dimensioni decisamente ampie, attorno al quale ruota un giro d’affari piuttosto consistente. Dando uno sguardo allo scenario internazionale, in base ad una ripartizione geografica per continenti emerge che l’Europa detiene ben il 59% del mercato congressuale del mondo, seguita da Asia (14%), Nord America (11%), America Latina ed Australia (6%) Africa (3%).
Se consideriamo invece la posizione occupata nel panorama mondiale dai singoli Stati, l’Italia, secondo i dati ICCA (organizzatori congressuali) figura all’ottavo posto, preceduta solo da colossi del settore quali Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Australia, Spagna, Francia e Paesi Bassi e lasciando alle spalle giganti internazionali come il Giappone. A conferma del ruolo rilevante rivestito dal nostro Paese nel campo dell’organizzazione congressuale, la particolare classifica redatta dall’Union des Associations Internationales include due città italiane nel novero delle prime 66 sedi mondiali preferite per l’allestimento di meeting: Roma al 16 ° posto e Firenze al 42°.


Quali sono i possibili clienti?

Il vero elemento di novità in questo settore è però rappresentato dal cambiamento nella tipologia dei soggetti promotori degli eventi. Al primo posto tra i committenti rimangono ancora le imprese (48%), ma per la prima volta le convention aziendali risultano in calo. Tra le finalità più ricorrenti dei loro meeting, la formazione professionale, la presentazione di un nuovo prodotto (come nel caso di società di software e aziende automobilistiche) o gli incentive (i viaggi premio per i dipendenti più produttivi). In netto aumento risultano invece i congressi proposti dalle associazioni, suddivise tra organizzazioni politico-sindacali (15%), associazioni scientifiche (11%), culturali (7%), sportive (4%), religiose (2%) ed a cui si aggiungono gli enti pubblici (12%).
Dal punto di vista della dimensione dell’evento organizzato, per il momento nel nostro Paese prevalgono ancora i congressi di piccole dimensioni (il 90% degli eventi ha un numero di partecipanti inferiore a 300), e in particolare quelli che coinvolgono meno di 100 partecipanti (il 67% del totale).
Il futuro, secondo l’Osservatorio Congressuale Italiano, ha prospettive decisamente promettenti: quest’area di attività economica, che a partire da metà degli anni ’90 ha registrato un costante incremento del 2-3% annuo, sembra destinata ad espandersi ulteriormente, generando fatturati sempre più significativi. Soprattutto se spinti da adeguate ed efficaci politiche di promozione.
Sulla base dell’analisi delle potenzialità del mercato fin qui condotta, si può dunque affermare che la crescita sia qualitativa che quantitativa dell’Italia dei convegni rende attualmente il settore congressuale forse uno dei più promettenti dell’economia turistica nazionale, con buoni spazi di riuscita per chi intende operare in questo ambito. A patto però di saper soddisfare le esigenze della clientela ed adeguarsi alle sempre nuove richieste del mercato.


Quali sono i punti di forza del business?

Avviare un centro di organizzazione di convegni e congressi è dunque un’idea d’impresa piuttosto attraente. Ecco i motivi:
• Investimento limitato. Se si pianificano eventi meno impegnativi si può partire con un investimento contenuto, riducendo i costi per le attrezzature, le strutture immobiliari e per il personale;
• Avvio graduale. Si può partire iniziando ad organizzare eventi di portata limitata, passando poi poco alla volta ad eventi più impegnativi.


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