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Come avviare una fattoria didattica e city farm

Data: 17/12/2014

Tre bambini su dieci non hanno mai visto una pecora dal vivo, per molti gli animali della fattoria sono solo personaggi dei cartoni animati e le verdure che trovano in tavola si generano spontaneamente al supermercato. Non è un segreto che il ritmo frenetico della vita moderna allontani le nuove generazioni dall’agricoltura, dall’allevamento e dagli altri processi dell’ambiente rurale. La novità è che qualcuno si sta muovendo perché le cose cambino: sono le fattorie didattiche, aziende agricole o agrituristiche innovative, che hanno deciso di aprire le loro porte a scolaresche e famiglie per dare loro la possibilità di toccare con mano il mondo agricolo. Numerose le proposte di visite guidate, percorsi didattici e laboratori creativi. Un business sostenibile, basato su tre ingredienti complementari: la didattica, il divertimento e il turismo. Con un investimento medio-basso ed eco-compatibile, requisiti facilmente acquisibili e una buona promozione sul mercato locale è possibile realizzare il sogno di uno spazio accogliente, educativo e remunerativo all’interno della propria struttura.

Da diversi anni, anche nel nostro Paese, si stanno diffondendo le “fattorie didattiche”, aziende agricole o agrituristiche specializzate nell’accoglienza di famiglie, singoli e gruppi. Lo scopo è quello di contribuire alla conoscenza del mondo agricolo, con una particolare attenzione per il coinvolgimento di bambini e scuole. Il mondo agricolo comprende non soltanto l’ambiente naturale, ma anche e soprattutto i ritmi di vita e produzione di una fattoria e di tutte le attività connesse, il ruolo svolto dai contadini e gli animali che abitano la campagna. Le fattorie didattiche si sono sviluppate agli inizi del Novecento nei Paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti, con lo scopo di salvaguardare e promuovere la conoscenza e il rispetto del ruolo fondamentale ricoperto dall’agricoltura. Nel secondo dopoguerra esse sono cresciute soprattutto in Germania, Olanda e Belgio, dando vita a veri e propri progetti di recupero in aree degradate o abbandonate. Con la crescita delle grandi metropoli, il boom economico e la predominanza del settore economico industriale, infatti, il rischio di perdere completamente di vista i valori della civiltà contadina aveva assunto forma tangibile.

Le origini in Italia risalgono agli anni novanta, quando la Federazione Europea delle Fattorie Didattiche (EFCF - European Federation of City Farms) organizzò, in collaborazione con Alimos (ONLUS che dagli anni sessanta si occupa di tutela del territorio, promozione della cultura alimentare e difesa della biodiversità) un meeting rivolto soprattutto alle scuole. Dal 1990, le diverse reti italiane ed europee fanno capo a tale Federazione, che gestisce progetti comuni di collaborazione e sviluppo.

Accanto alle fattorie didattiche, negli ultimi tempi si sono affacciate sul mercato anche le cosiddette city farm o “fattorie d’animazione”. Si tratta di una sorta di “fattorie urbane” (sorgono cioè in ambito urbano o nelle periferie), perlopiù gestite da enti o associazioni no-profit, aventi scopi sociali ed educativi. La filosofia che sta alla base delle city farm è chiamata “agricivismo” e ha come scopo l’armonia tra le attività agricole e il contesto urbano, al fine di migliorare la vivibilità e la godibilità paesaggistica di quest’ultimo. Esse, tuttavia, sono tuttora diffuse soprattutto nel Nord Europa, mentre nel nostro Paese il fenomeno più consistente riguarda le aziende agricole e agrituristiche che offrono i servizi di fattoria didattica. Per questo motivo, in questo contesto, si parlerà soprattutto di “fattorie didattiche”.

In una società in cui vi sono sempre meno spazi e tempi in cui vivere a contatto con la natura, le fattorie didattiche offrono – soprattutto alle nuove generazioni – la possibilità di effettuare e approfondire percorsi di crescita e di educazione ambientale direttamente in loco. I bambini che vivono nelle grandi città, infatti, spesso hanno poche o nessuna occasione di conoscere animali non domestici come galline, mucche, cavalli. I servizi offerti dalle fattorie didattiche, pertanto, offrono la possibilità d’integrare i percorsi scolastici con esperienze significative e concrete. Costituiscono inoltre uno spazio per le famiglie che desiderino trascorrere il proprio tempo libero in un ambiente ricco di stimoli e, al tempo stesso, dai ritmi più naturali.

Ciò che contraddistingue le fattorie didattiche da altri servizi affini è il coinvolgimento attivo delle persone alle attività della fattoria. Soprattutto i bambini, infatti, sono invitati a partecipare concretamente ad una serie di attività che riguardano la gestione quotidiana dell’azienda. Non si tratta, pertanto, di una mera “visita”, ma di una serie di percorsi pensati per le diverse fasce di età e gli ambiti d’interesse.


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