English version

Previsioni economiche d'inverno: ancora qualche rischio, ma tutta l'UE è in crescita

Data: 06/02/2015

Le previsioni d'inverno della Commissione europea annunciano per quest'anno una ripresa della crescita delle economie di tutti gli Stati membri, ferme dal 2007. Nel 2015 l'attività economica dovrebbe ripartire a velocità moderata nell'UE e nella zona euro e nel 2016 ci sarà un'ulteriore accelerazione.

Quest'anno il tasso di crescita dovrebbe salire all'1,7% per l'intera UE e all'1,3% per la zona euro, mentre nel 2016 la crescita annua dovrebbe essere rispettivamente del 2,1% e dell'1,9% grazie all'aumento della domanda interna ed estera, a una politica monetaria molto accomodante e ad un orientamento sostanzialmente neutro della politica di bilancio.

Le prospettive di crescita in tutta Europa sono ancora frenate da un contesto poco favorevole agli investimenti e dall'elevata disoccupazione. Gli sviluppi fondamentali dall'autunno scorso hanno però migliorato le prospettive a breve termine: i prezzi del petrolio sono scesi più rapidamente che in passato, l'euro si è notevolmente deprezzato, la BCE ha annunciato un allentamento quantitativo (quantitative easing) e la Commissione europea ha presentato il suo piano di investimenti per l'Europa. Tutti questi fattori avranno effetti positivi sulla crescita.

Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l'euro e il dialogo sociale, ha dichiarato: "L'Europa è a un punto di svolta: gli effetti delle riforme cominciano a farsi sentire e il contesto economico è favorevole a una crescita duratura e alla creazione di posti di lavoro. La Commissione rispetta i suoi impegni in termini di investimenti, riforme strutturali e responsabilità di bilancio. A questo punto il testimone passa agli Stati membri. Qui si vedranno i nostri risultati."

Pierre Moscovici, Commissario per gli affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: "Le prospettive economiche dell'Europa si sono rischiarate rispetto alle ultime previsioni. Il calo dei prezzi petroliferi e il deprezzamento dell'euro sono un'autentica boccata di ossigeno per l'economia dell'UE. Grazie al piano di investimenti per l'Europa e alle importanti decisioni della BCE il contesto sarà più favorevole alle riforme e a politiche di bilancio intelligenti."

Le prospettive per l'Italia

Dopo aver subito una contrazione nel 2014, l’economia italiana dovrebbe riprendersi gradualmente nell’anno in corso, grazie anche al rafforzamento della domanda estera. L’inflazione dovrebbe essere negativa nel 2015 per via del crollo dei prezzi del petrolio, del tasso di disoccupazione elevato e della domanda interna debole. Secondo le previsioni, il disavanzo pubblico raggiungerà il 3% del PIL nel 2014 per poi diminuire nel 2015 e 2016.

La ripresa sarà guidata dalla domanda estera. Nel 2015 si prevede una crescita del PIL reale dello 0,6% grazie alle esportazioni e a un aumento solo lieve della domanda interna. La riduzione graduale dei tassi di interesse nominali dovrebbe sostenere gli investimenti nel 2015 e nel 2016, quando saliranno in misura più significativa soprattutto nei settori delle apparecchiature e delle costruzioni. La domanda estera dovrebbe essere stimolata anche dalla maggiore competitività legata al deprezzamento dell'euro, alla diminuzione del costo unitario del lavoro e alla crescita della domanda a livello mondiale. Nel complesso, si prevede che nel 2016 la crescita del PIL reale sarà pari all’1,3%. Le importazioni aumenteranno più lentamente rispetto alle esportazioni e questo, unito al calo dei prezzi del petrolio, comporterà un ulteriore aumento dell’avanzo delle partite correnti al 2,6% del PIL nel 2015-16.

Purtroppo le prospettive del mercato del lavoro rimangono deboli. Dopo un calo significativo nel 2013, l’occupazione è scesa solo leggermente nel 2014. Dato l’ampio margine di recupero, il numero degli occupati è quindi destinato ad aumentare leggermente nel 2015 e in misura più decisa nel corso del 2016, fermo restando che il tasso di disoccupazione dovrebbe mantenersi ai massimi storici.

Il forte calo dei prezzi del petrolio determinerà rapidamente una diminuzione dei prezzi dell’energia, che porterà a un' inflazione negativa nel 2015. Il disavanzo pubblico, pari al 3% nel 2014, nei prossimi due anni dovrebbe gradualmente scendere.


•   altre informazioni


Pagina precedente