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Data: 06/02/2015

Situazione a livello di UE

Anche se quest'anno tutti gli Stati membri dovrebbero registrare tassi di crescita positivi, i risultati economici nell'UE continueranno probabilmente a presentare divergenze, anche a causa dei progressi eterogenei compiuti dagli Stati membri in termini di riduzione dell'indebitamento delle banche, del settore pubblico e del settore privato. Anche l'incidenza positiva del calo dei prezzi petroliferi sulla crescita varierà in funzione del mix energetico di ciascun paese. Il sostegno alle esportazioni derivante dal deprezzamento dell'euro dipenderà dal modello commerciale e dalla specializzazione di ciascun paese: nel 2015 i tassi di crescita dovrebbero continuare a registrare forti variazioni a seconda degli Stati membri, spaziando dallo 0,2% della Croazia al 3,5% dell'Irlanda.

A dicembre la maggior parte degli Stati membri ha registrato temporaneamente un tasso d'inflazione negativo in seguito al forte calo dei prezzi dell'energia. Nell'UE l'inflazione dovrebbe arrivare allo 0,2% nel 2015 e all'1,4% nel 2016. Nella zona euro l'inflazione dovrebbe essere pari a -0,1% quest'anno e salire all'1,3% nel 2016.

La progressiva intensificazione della crescita economica andrà di pari passo con l'aumento della creazione netta di posti di lavoro, che negli ultimi dodici mesi ha registrato un'accelerazione dopo il calo precedente. Verso la fine del periodo di riferimento i mercati del lavoro dovrebbero risollevarsi, ma la crescita economica non basterà a determinare un miglioramento sensibile. Nel 2015 il tasso di disoccupazione scenderà al 9,8% nell'UE e all'11,2% nella zona euro. Le riforme del mercato del lavoro avviate negli ultimi anni dovrebbero continuare a dare risultati, favorendo un ulteriore calo dei tassi di disoccupazione nel 2016.

La riduzione dei disavanzi pubblici prosegue, ma l'orientamento della politica di bilancio è attualmente neutro. Nei prossimi due anni i rapporti disavanzo/PIL dovrebbero continuare a diminuire, passando dal 3,0% del 2014 al 2,6% quest'anno e al 2,2% nel 2016 per quanto riguarda l'UE, mentre nella zona euro dovrebbero scendere al 2,2% nel 2015 e all'1,9% nel 2016. Il rapporto debito/PIL per l'intera UE dovrebbe aver raggiunto la punta massima (88,4%) nel 2014, mentre per la zona euro dovrebbe culminare al 94,4% quest'anno per poi iniziare a diminuire.

L'incertezza in merito alle prospettive economiche attuali è sostanzialmente aumentata. Questo è dovuto alle tensioni geopolitiche, alla rinnovata volatilità dei mercati finanziari sullo sfondo delle divergenze di politica monetaria tra le grandi economie e a un'attuazione incompleta delle riforme strutturali. Un periodo prolungato di inflazione molto bassa o negativa comprometterebbe inoltre le prospettive di crescita. In uno scenario positivo, invece, certi fattori potrebbero dare un impulso superiore alle previsioni alla crescita nel mondo e nell'UE grazie al calo dei prezzi dell'energia.


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