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Quanto è digitale il vostro paese?

Data: 25/02/2015

La situazione paese per paese: Italia al 25º posto su 28 Stati.

Sono innumerevoli le opportunità digitali in attesa di essere sbloccate a vantaggio dei cittadini e delle imprese europei. Dagli acquisti allo studio online, al pagamento delle bollette o all'utilizzo di servizi pubblici: internet è la risposta, ma alle giuste condizioni.


Sono queste le conclusioni del nuovo indice dell'economia e della società digitali pubblicato dalla Commissione europea. I dati dimostrano che all'interno dell'UE la digitalizzazione dei paesi non è uniforme e che i confini nazionali continuano a rappresentare un ostacolo a un vero e proprio mercato unico digitale, una delle priorità fondamentali della Commissione Juncker.

Il nuovo strumento fornisce un'istantanea, per ogni paese, della connettività (quanto è diffusa, rapida e accessibile la banda larga), delle competenze internet, dell'utilizzo delle attività online, dai notiziari agli acquisti, dello sviluppo delle principali tecnologie digitali (fatture elettroniche, servizi di cloud, commercio elettronico, ecc.) e dei servizi pubblici digitali quali i servizi di amministrazione e sanità elettroniche. I dati si riferiscono principalmente al 2013 e al 2014 e forniscono una panoramica sul livello di digitalizzazione dell'Europa, comprese le classifiche dei principali protagonisti digitali.

In questa classifica l’Italia si colloca al 25º posto su 28 Stati membri dell’UE. Nel periodo 2013-2014 l’Italia ha compiuto progressi per quanto riguarda l’integrazione delle imprese nelle tecnologie digitali; tuttavia le imprese italiane sono ancora in gran parte “non digitali” e potrebbero trarre vantaggio da un maggior utilizzo del commercio elettronico (solo il 5,1 % delle PMI vendono online, e il fatturato del commercio elettronico delle imprese italiane è pari soltanto al 4,8 % del fatturato totale). L’Italia è in ritardo anche per le connessioni Internet veloci (disponibili solo per il 21 % delle famiglie nel dicembre 2013, la peggiore copertura in tutta l’UE; solo il 51 % delle famiglie è abbonato alla banda larga fissa, anche in questo caso la percentuale più bassa dell’UE; e appena il 2,2% degli abbonamenti a servizi di banda larga ha una velocità superiore a 30 Mbps). Infine l’Italia deve fare progressi sul fronte della domanda: i bassi livelli di competenze digitali (l’Italia ha una delle percentuali più basse di utenti regolari di Internet nell’UE (59 %), e il 31 % della popolazione italiana non ha mai usato Internet) e di fiducia (solo il 42 % degli utenti di Internet fa uso dei servizi bancari online e il 35 % fa acquisti online) frenano lo sviluppo dell’economia digitale. Nei servizi pubblici digitali l’Italia è più vicina alla media UE, ma i servizi di eGovernment rimangono scarsi, in parte a causa dei servizi pubblici online non sufficientemente sviluppati e in parte a causa delle scarse competenze digitali.

Per riassumere, l’Italia rientra dunque nel gruppo dei paesi con un basso livello di prestazioni, e anche in tale gruppo si piazza al di sotto della media.

In linea generale, l'indice dell'economia e della società digitali ha rilevato quanto segue:
L'esperienza digitale dipende dal paese in cui si vive – i risultati variano infatti dai principali protagonisti digitali come la Danimarca (con un punteggio di prestazione digitale pari a 0,67 su un massimo di 1) fino ai paesi con le prestazioni più basse come la Romania (con un punteggio pari a 0,31). I dettagli sono indicati nelle schede sui singoli paesi (scheda sull’Italia: http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/scoreboard/italy).
La maggior parte dei cittadini europei usa internet regolarmente: il 75% nel 2014 (il 72% nel 2013), con percentuali che variano dal 93% del Lussemburgo al 48% della Romania.
I cittadini europei desiderano accedere a contenuti audiovisivi online: il 49% degli utenti europei di internet ha utilizzato o scaricato giochi, immagini, film o musica. Il 39% dei nuclei familiari che possiedono un televisore guarda video su richiesta.
Le piccole e medie imprese (PMI) incontrano difficoltà nel commercio elettronico: solo il 15% delle PMI vende online e meno della metà di questa percentuale vende all'estero.
I servizi pubblici digitali sono una realtà quotidiana in alcuni paesi, ma quasi inesistenti in altri: il 33% degli utenti europei di internet ha utilizzato formulari online per inviare informazioni alle autorità pubbliche, con percentuali che variano dal 69% della Danimarca al 6% della Romania.


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