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Data: 10/03/2015

La linea negoziale che emerge dalla Comunicazione, osservando quello che si domanda agli stati ad alto-medio reddito ed alle economie emergenti in termini di APS e di politiche commerciali, è che questi attori debbano assumere i medesimi impegni assunti dall’UE. Il CISDE sottolinea il rischio di polarizzazione della discussione che una tale linea negoziale porta con sé, a maggior ragione considerando che la Comunicazione non affronta il tema della riforma degli squilibri interni all’attuale sistema di governance globale. Assente ad esempio l’istanza di costituzione di un nuovo organismo intergovernativo competente in materia di tasse che faccia capo alle Nazioni Unite, al fine di correggere l’assetto corrente della governance fiscale globale che risulta ancora a guida OCSE, istituzione posseduta e controllata dai maggiori paesi industrializzati. Allo stesso modo, non si accenna all’esigenza di riformare strutture ed organismi che attualmente controllano la questione del debito, in direzione della definizione di sistema multilaterale di regole che disciplinino la ristrutturazione del debito sovrano, così come richiesto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Altro aspetto che lascia perplessi è la poca chiarezza sulla “multistakeholder partnership” – che dovrebbe coinvolgere settore privato e società civile – cui la Comunicazione si richiama, dal momento che al focus posto su necessità e questioni legate al coinvolgimento del settore privato si affianca l’assenza di specifiche raccomandazioni relative alla creazione di un “enabling environment” per la società civile, in particolare per quelle realtà impegnate nella difesa dei diritti di persone e gruppi svantaggiati.
In maniera similare, la Comunicazione tratta marginalmente le questioni di genere. Se è vero che il documento afferma l’esigenza di affrontare i problemi dell’esclusione e della disuguaglianza, ivi comprese quelle basate sul genere, è vero anche che l’allegato che contiene le proposte d’azione concrete delude per la sua debolezza. Oltre ad un appello per l’inclusione della parità di genere fra i principi a guida delle politiche, ed al richiamo alla necessità di affrontare le discriminazioni sul posto di lavoro, l’allegato non individua alcuna azione concreta in direzione dell’affermazione di una maggiore giustizia di genere. (Silvia Schiavi)


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