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Previsioni economiche di primavera 2015: venti di poppa spingono la ripresa

Data: 06/05/2015

La crescita economica nell'Unione europea riceve attualmente una spinta positiva da parte di fattori a breve termine i quali, secondo le previsioni economiche di primavera della Commissione europea per il 2015, stanno accentuando un miglioramento congiunturale che altrimenti sarebbe modesto.


Le economie europee beneficiano di una combinazione di molti fattori positivi. I prezzi del petrolio rimangono relativamente bassi, la crescita mondiale è costante, l'euro ha continuato a deprezzarsi e nell'UE le politiche economiche sono favorevoli.

Sul fronte monetario, il quantitative easing della Banca centrale europea sta avendo una notevole incidenza sui mercati finanziari, contribuendo all'abbassamento dei tassi d'interesse e ad aspettative di miglioramento delle condizioni di credito. L'orientamento generale sostanzialmente neutro (né irrigidimento né allentamento) della politica di bilancio nell'UE favorisce inoltre la crescita. Col passare del tempo si dovrebbero inoltre vedere gli effetti delle riforme strutturali e del piano di investimenti per l'Europa.

Di conseguenza, per il 2015 si prevede ora un aumento del PIL reale pari all'1,8% nell'UE e all'1,5% nella zona euro, che supera rispettivamente di 0,1 e 0,2 punti percentuali le proiezioni di tre mesi fa. Per il 2016 la Commissione prevede un aumento del 2,1% nell'UE e dell'1,9% nella zona euro.

La domanda interna è il fattore che più contribuisce alla crescita del PIL, con un'accelerazione dei consumi privati prevista per quest'anno e una ripresa degli investimenti l'anno prossimo.

Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l'Euro e il dialogo sociale, ha dichiarato: "La ripresa delle economie europee si sta consolidando, il che è incoraggiante. Dobbiamo però fare in modo che la crescita economica sia duratura e sostenibile. Ci riusciremo adottando l'approccio approvato a livello di UE, che si basa su tre priorità: attuare riforme strutturali, aumentare gli investimenti e incoraggiare la responsabilità di bilancio, affrontando al tempo stesso i problemi propri dei singoli paesi. Le raccomandazioni specifiche per paese che la Commissione europea presenterà a metà maggio daranno un altro importante contributo per tradurre questo approccio in politiche concrete a favore della crescita."

Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: "L'economia europea sta vivendo la migliore primavera di questi ultimi anni grazie al sostegno di fattori esterni e al fatto che le misure politiche stanno iniziando a dare risultati. Occorre però fare di più per evitare che la ripresa sia solo un fenomeno stagionale. Per garantire l'occupazione e la crescita durature di cui ha bisogno l'Europa è di fondamentale importanza realizzare investimenti e riforme e mantenere politiche di bilancio responsabili."

Disparità fra i paesi per quanto riguarda la crescita economica
Tutti i paesi dell'UE beneficeranno di questi fattori positivi, ma in misura diversa a seconda della capacità di ciascuna economia di rispondere alla diminuzione dei prezzi petroliferi e, in particolare, al deprezzamento dell'euro. Il quantitative easing della BCE avrà probabilmente un impatto maggiore nei paesi che prima applicavano condizioni di finanziamento restrittive. In alcuni Stati membri, tuttavia, le riserve di capitale relativamente basse e il notevole volume di prestiti in sofferenza potrebbero ridurre gli effetti positivi del quantitative easing sul credito bancario.

Prevista ripresa dell'inflazione nella seconda parte dell'anno
Nella prima metà del 2015 l'inflazione dovrebbe rimanere prossima allo zero, soprattutto a causa della diminuzione dei prezzi dell'energia. I prezzi al consumo, tuttavia, dovrebbero salire nella seconda metà dell'anno e registrare un aumento ancora più pronunciato nel 2016 a mano a mano che la domanda interna cresce, che il divario tra prodotto effettivo e potenziale si riduce, che gli effetti della diminuzione dei prezzi delle materie prime si attenuano e che il deprezzamento dell'euro fa aumentare i prezzi all'importazione. L'inflazione annua nell'UE e nella zona euro dovrebbe passare dallo 0,1% quest'anno all'1,5% nel 2016, in Italia dallo 0,2% crescerà all'1,8%.


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