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Convenzione UNESCO (continua)

Data: 21/10/2005

Questo strumento dovrebbe svolgere per la diversità culturale un ruolo comparabile – e con lo stesso livello normativo – a quello – che svolgono nei rispettivi settori le convenzioni dell’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale, gli accordi dell’Organizzazione mondiale del commercio, l’Organizzazione mondiale della sanità e gli accordi multilaterali sull’ambiente.
La Convenzione dell’UNESCO costituisce una piattaforma di discussioni e di scambi sulla diversità culturale a livello internazionale: essa consentirà un’osservazione e un controllo precisi della realtà della diversità culturale nel mondo nonché scambi di vedute, di informazioni e di buone pratiche tra le parti. Questa Convenzione rappresenterà anche il luogo di un coordinamento e di una concertazione delle parti per la promozione degli obiettivi della Convenzione nelle altre sedi internazionali e per il rafforzamento della cooperazione internazionale.
L'obiettivo generale della Convenzione è quello di considerare la diversità culturale in fase di sviluppo di altre politiche, pur garantendo che le politiche culturali sostengano l’accesso equo alle culture locali e alle altre culture del mondo. In tal modo, la Convenzione dell’UNESCO rappresenta, dal punto di vista della Commissione, una trasposizione a livello internazionale dei principi comunitari e in particolare dell’articolo 151.4 in cui si stabilisce che la Comunità tenga conto degli aspetti culturali a titolo di altre disposizioni del trattato.
5. Questa Convenzione rimette in causa gli impegni della Comunità e dei suoi Stati membri all’Organizzazione mondiale del Commercio? Qual è l’interazione di questo testo con gli impegni all’OMC?
La Convenzione non rimette in causa gli impegni all’OMC. Non esiste alcun obiettivo o effetto di estrazione o di esclusione dei beni e servizi culturali dagli accordi dell'OMC. La Convenzione riconosce la specificità dei beni e dei servizi culturali e legittima le politiche culturali interne e internazionali.
Questa Convenzione non è subordinata ad altri trattati, ma si trova su un piano di parità ad esempio con gli accordi dell'OMC. Non è in conflitto ma al contrario complementare rispetto a questi altri accordi internazionali.
La Convenzione dell'UNESCO non modificherà gli accordi dell'OMC (cosa che peraltro non potrebbe fare – ciò è consentito solo ai membri dell’Organizzazione nel quadro delle procedure previste) ma obbligherà le parti a prendere in considerazione gli obiettivi di diversità culturale e le disposizioni della Convenzione all’atto dell’applicazione e dell’interpretazione dei loro obblighi commerciali, nonché delle trattative dei loro impegni commerciali. Di conseguenza, la Convenzione rappresenta un passo in avanti notevole per la protezione e la promozione della diversità culturale a livello internazionale, anche nelle trattative commerciali.
Nella Convenzione nulla pregiudica posizioni che le parti assumeranno nelle sedi commerciali. Da parte sua, la Comunità e i suoi Stati membri hanno una posizione chiara in seno all’OMC sui servizi culturali e audiovisivi che consiste nel preservare la loro capacità di mantenere e sviluppare politiche in questi settori. Nel quadro del ciclo di negoziati di Doha, la Commissione ha quindi indicato che non presenterà alcuna domanda né offerta di impegno commerciale sui servizi audiovisivi e culturali.
6. Quali sono le prossime tappe?
La prossima tappa riguarda l’applicazione della Convenzione e per questo l’avviamento dei processi di ratifica della Convenzione, in particolare da parte della Comunità e degli Stati membri.
Per quanto attiene alla ratifica da parte della Comunità, cui è stata riconosciuta nel testo la possibilità di diventare parte contraente, la Commissione intende approvare sin dal prossimo autunno una proposta di decisione del Consiglio in vista di una tale approvazione.
Avviando un processo in vista dell’applicazione della Convenzione dell’UNESCO, la Comunità e gli Stati membri lanceranno un segnale chiaro del loro impegno a favore della diversità culturale, nella successione logica della loro forte implicazione nei negoziati e della loro volontà di lavorare con i loro partner per promuovere questo principio a livello internazionale.
Per ulteriori informazioni consultare il sito:
http://europa.eu.int/comm/culture/portal/action/diversity/unesco_en.htm
Da Rapid *


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