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Data: 24/08/2017

11. Di chi è questo mare?
A destare preoccupazioni non è del resto soltanto la situazione in territorio libico, ma anche il modo in cui le autorità libiche intervengono in mare: la guardia costiera è infatti accusata di effettuare manovre sempre più aggressive e pericolose – che mettono anche a rischio la sicurezza degli equipaggi delle Ong umanitarie, come denuncia Sea Watch – per intercettare i migranti in mare… e riportarli a Tripoli (in palese violazione del fondamentale principio di non refoulement consacrato dal diritto internazionale). L’articolo di Lizzie Dearden per l’Independent, quello di Ahmed Elumami per Reuters e quello di Giacomo Zandonini per Repubblica.

12. Ong, migranti, trafficanti e inchieste: tutto quello che c’è da sapere
Negli ultimi due mesi le Ong che soccorrono i migranti lungo la rotta centrale del Mediterraneo sono state accusate di collusione con i trafficanti e di incentivare, con la loro presenza, le partenze dei barconi dalla Libia verso l’Italia. Su Valigia Blu, Angelo Romano, Claudia Torrisi e Andrea Zitelli fanno il punto sulla vicenda – da come nasce la storia dei “taxi per migranti” e dei fascicoli delle procure a come funzionano davvero le missioni umanitarie in mare (da accompagnare ai nostri approfondimenti).

13. La verità, vi prego, sui morti in mare
Sempre più viaggi disperati nel Mediterraneo, sempre più morti in mare (mai così tanti prima). Ma di chi è *davvero* la colpa? (Spoiler: non delle organizzazioni non governative che salvano migliaia di vite ) in mare). In questo contesto, è imperativo che l’Unione Europea cessi di di dare la colpa alle Ong umanitarie e affronti le cause delle migrazioni forzate alla radice. L’editoriale di Mohammed Harun Arsalai su Al Jazeera.

14. Come la Libia trasforma i salvataggi in mare in deportazioni
Intanto in mare succede che la Guardia Costiera Libica – che l’Italia sta addestrando – interrompa un’operazione di salvataggio dell’organizzazione tedesca Sea Watch, prendendo il comando e riportando i migranti “tratti in salvo” in Libia. Una grave violazione del diritto marittimo e del diritto internazionale, che potrebbe rappresentare un precedente molto pericoloso. A questo, tra l’altro, si aggiunge un altro “incidente” simile accaduto alla nave di Medici Senza Frontiere: l’organizzazione ha infatti denunciato che i libici hanno sparato colpi di kalashnikov per prendere il comando di un’operazione di soccorso. L’articolo di Ottavia Spaggiari per Vita.


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