English version

4 mesi di attacchi alle ONG in 40 articoli

Data: 24/08/2017

Da più di quattro mesi ormai è andato crescendo, su più fronti, l’attacco alle ONG impegnate nel Mediterraneo in operazioni di salvataggio in mare. Dalle esternazioni infondate di un procuratore della repubblica ai tweet dei politici in perenne campagna elettorale, dalla impotenza politica del nostro paese sui tavoli europei alla necessità del governo di dare un segnale anti immigrazione in pasto all’opinione pubblica; così è stata portata avanti un’irresponsabile campagna di diffamazione che ha triturato nella macchina del fango la credibilità di tutte le ONG impegnate nella cooperazione, nella solidarietà e nella promozione dei diritti umani.

Trovato il capro espiatorio la politica si è esercitata per oltre due mesi a inventare una falsa soluzione al problema della pressione migratoria. Ed ecco che è spuntato dal cappello del Ministro Minniti il cosiddetto Codice ONG, ribattezzato efficacemente come il “codice di distrazione di massa”. Uno strumento di dubbia utilità che è stato profondamente modificato nelle settimane in cui le alcune ONG hanno deciso di sottoscriverlo. Difficile non pensare che si sia voluta portare avanti la campagna di accusa alle Ong per nascondere l’inferno dove rimandare i migranti e per consegnare alla Libia il controllo totale sulla rotta mediterranea centrale.

Di seguito una cronistoria di questa querelle composta da una selezione di 40 articoli puntuali e documentati che sono stati pubblicati tra aprile e agosto di quest’anno sulla stampa italiana e internazionale. Una rassegna stampa che ci aiuta a ricostruire questa brutta pagina della politica e della stampa italiana che non mancherà di lasciare il segno nel mondo della cooperazione e dell’aiuto umanitario nel nostro paese.

1. Le ONG che salvano vite in mare sono sotto attacco e questo non ha alcun senso
Continua l’assurda polemica sulla presunta responsabilità delle organizzazioni umanitarie che effettuano missioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo per l’aumento delle imbarcazioni (e delle morti) di migranti in mare. Il punto di Annalisa Camilli su Internazionale sull’infondatezza delle accuse mosse alle persone che ogni giorno si impegnano per salvare vite in mare.

2. Perché accusano le ONG per la loro presenza invece che la UE per la sua assenza?
E così mentre morti in mare continuano ad aumentare – sono già un migliaio nel 2017 – si continua a dare la colpa alle organizzazioni umanitarie per la loro presenza, piuttosto che all’Unione Europea ed agli stati membri per la loro imperdonabile assenza. Un paradosso denunciato da Lizzie Dearden su The Independent.

3. Cosa c’è dietro la caccia alle streghe contro le ONG che salvano i migranti nel Mediterraneo?
Continua l’attacco alle organizzazioni umanitarie che fanno salvataggi nel Mediterraneo, accusate – senza una imputazione formale né la produzione di prove a riguardo – di fare da “servizio taxi” ai trafficanti.
Il punto di Leonardo Bianchi su Vice (da accompagnare a quello del Post ed al fact-checking di Lorenzo Maria Alvaro su Vita).

4. Distruggere la solidarietà tramite la criminalizzazione
Reati di solidarietà, la ricercatrice Marie Gargano ripercorre su Border Criminologies le vicende dei “passeur solidali” portati a processo come trafficanti in Francia – concludendo con il caso di Felix Croft e l’augurio che quella sentenza possa costituire un passo verso l’abbandono dell’assurda repressione della solidarietà.


•   altre informazioni 1
•   altre informazioni 2
•   altre informazioni 3
•   altre informazioni 4
•   altre informazioni 5
•   altre informazioni 6
•   altre informazioni 7
•   altre informazioni 8


Pagina precedente