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Data: 24/08/2017

“Mano libera ai libici, non possiamo essere complici”: Medici Senza Frontiere (Msf) è la prima Ong ad annunciare la conseguente sospensione delle missioni di salvataggio in mare, seguita a stretto giro da Sea-Eye e Save the Children. Il perché lo spiega il coordinatore delle missioni di Msf Stefano Argenziani su Repubblica e l’approfondimento della Ong su come gli ostacoli all’assistenza umanitaria determinano un gap letale nel Mediterraneo (per saperne di più: il punto del Post e quello di Deutsche Welle).

38. L’inferno libico in cui vogliamo intrappolare i migranti
Li chiamano “centri di accoglienza”, ma sarebbe più opportuno parlare di prigioni disumane, se non veri e propri lager. Sono i luoghi in cui vogliamo intrappolare i migranti in Libia, pur di tenerli lontani dalle nostre coste, e ce li racconta senza filtri la giornalista Francesca Mannocchi – portando la sua inchiesta in tv a In Onda e in edicola sulle pagine dell’Espresso (e denunciando le complicità tra i trafficanti, le milizie armate e la guardia costiera in Libia). Da accompagnare alla rilettura del suo reportage di qualche mese fa ed a quello più recente di Domenico Quirico per La Stampa, nonchè al nostro approfondimento sulla situazione libica con Nancy Porsia. Perché domani non potremo dire “non sapevamo”.

39. Cosa c’è dietro il codice di condotta per le Ong?
Lo hanno eloquentemente ribattezzato “codice di distrazione di massa” per la sua funzione di diversivo rispetto alle vere questioni sul tavolo (gli accordi con la Libia, il conferimento di sempre maggior potere alla sua pericolosa guardia costiera ed i respingimenti verso l’inferno che è il Paese africano). Cosa c’è dietro il codice di condotta per le Ong e come dovrebbero reagire le organizzazioni che salvano le vite in mare? Refugees Deeply lo ha chiesto a una selezione di esperti, tra cui la nostra senior editor Marina Petrillo.

40. Diminuiscono gli sbarchi in Italia, ma nessuno sa *davvero* perché
A luglio ed agosto si è registrata una diminuzione nei numeri degli arrivi sulle coste italiane. Secondo il governo è merito del codice delle Ong e gli accordi con la Libia, ma per molti le vere cause sono assai più incerte e complesse. L’approfondimento di Patrick Kingsley sul New York Times e quello del Post.

(selezione curata da Openmigration)



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