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Data: 29/09/2017

Il primo posto della Danimarca è una combinazione di generosità (fornisce 0,75 per cento del reddito nazionale, sebbene meno degli anni precedenti) ed efficacia del suo aiuto. In termini di quantità, la Norvegia e il Lussemburgo sono molto generosi (rispettivamente 1,11 e 1 per cento del PIL) e la Spagna ha raddoppiato i contributi di aiuto arrivando ad uno 0,33% del PIL. La Corea del Sud (0,14 per cento) e la Repubblica slovacca (0,12%) hanno una scarsa performance, insieme agli Stati Uniti, il più grande donatore in termini assoluti, che spende però solo lo 0,18% del reddito nazionale in aiuti.

Ambiente e Migrazioni
La Svezia è il leader del CDI sulle politiche ambientali, seguita dalla Repubblica Slovacca. Le emissioni di gas a effetto serra della Svezia sono le più basse di questi ultimi anni. La Repubblica slovacca è al secondo posto a causa delle sue elevate tasse sulla benzina. Canada e Nuova Zelanda sono premiati per le basse importazioni di legname tropicale. Quest’anno il Belgio ha migliorato significativamente il suo punteggio facendo progressi sui trattati relativi alla biodiversità e alle importazioni di legname. La Corea del Sud è all’ultimo posto a causa del limitato impegno verso gli obblighi dei trattati sulla biodiversità e delle sue elevate importazioni di legname tropicale. Anche Giappone e Australia importano molto legname tropicale e hanno anche un ritardo sulla componente ambientale. L’Australia produce una grande quantità di emissioni di gas a effetto serra.

Sul fronte migrazioni l’Indice premia i paesi che accolgono i migranti e gli studenti dei paesi in via di sviluppo, accettando rifugiati e richiedenti asilo, abbracciando politiche di integrazione favorevoli ai migranti e sottoscrivendo importanti convenzioni internazionali che proteggano i diritti dei migranti. La Germania ha il primo posto in materia di migrazione, soprattutto per aver accolto un gran numero di migranti, richiedenti asilo e rifugiati. La Svezia e la Nuova Zelanda sono al secondo e al terzo posto. La Svezia accoglie da sempre una quota elevata di rifugiati, la Nuova Zelanda accoglie molti studenti stranieri, ed entrambi offrono buone politiche di integrazione. Corea del Sud e Grecia hanno migliorato le loro prestazioni rispetto allo scorso anno. Il Lussemburgo ha il più alto tasso di accettazione dei migranti (ponderati dalla povertà del paese di origine dei migranti). La Repubblica slovacca si colloca in fondo al tema migratorio. Anche la Polonia e il Giappone si collocano male a causa del loro basso tasso di accettazione degli immigrati e del loro scarso punteggio sulle loro politiche di integrazione.

Focus sull’Italia
L’Italia si posiziona al 14° posto su 27 con un punteggio totale di 5.01
, ha un buon punteggio nel settore finanza e ambiente. Per quanto riguarda l’aiuto (19/27), nel 2016 l’Italia diede lo 0.26% del PIL agli aiuti allo sviluppo (percentuale molto inferiore all’accordo internazionale dello 0.7% e sotto la media calcolata insieme agli altri Paesi). Secondo CGD la qualità dell’aiuto del nostro paese potrebbe essere migliorata aumentando la trasparenza nella trasmissione dei dati e riducendo il debito dei Paesi riceventi.
Nella componente finanziaria l’Italia arriva al quarto posto, con un punteggio di 5.50. Seria nel rispetto delle convenzioni riguardanti gli investimenti internazionali, potrebbe supportare maggiormente l’implementazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile stipulando accordi bilaterali con i diversi partner negli investimenti. In termini di trasparenza siamo sulla buona strada essendo attive solo poche leggi riguardanti leggi sulla segretezza, ma potrebbe migliorare le politiche riguardanti i vari registri. Potrebbe anche aumentare i flussi ufficiali verso i Paesi emergenti.
In ambito tecnologico, invece, scendiamo a 22/27, con un punteggio di 4.27. Nel 2016, infatti, il governo indirizzò solo lo 0.51% del PIL alla ricerca e allo sviluppo, nonostante l’Italia fosse stata premiata per le sue politiche che incentivavano ricerca e attività di sviluppo. Il nostro Paese, inoltre, ha molte più politiche stringenti sui diritti di proprietà rispetto ad altre nazioni.
Per quanto concerne l’ambiente, abbiamo qualche speranza in più: al 7° posto con un punteggio di 5.34, l’Italia è attiva negli accordi internazionali riguardanti il cambiamento climatico e la protezione della biodiversità. E’ stata premiata per aver aumentato le tasse sulla benzina e ridotto la produzione di combustibili fossili ed emissioni di gas a effetto serra pro capite.


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