English version

Le difficoltà di comunicare l’Europa. E di ascoltarla

Data: 08/03/2011

Il libro di Alessio Cornia, “Notizie da Bruxelles. Logiche e problemi della costruzione giornalistica europea”, fotografa le asperità di un terreno che Europarlamento24 cerca di smussare. Il limite italiano, da superare, sta nel dare importanza alle conflittualità più che alle proposte.

Valentina Lops


07 Marzo 2011

A chi volesse comprendere il sistema giornalistico italiano e più in generale quello europeo, il libro di Alessio Cornia, “Notizie da Bruxelles. Logiche e problemi della costruzione giornalistica europea”, edito per i tipi di Franco Angeli, ne offre l'opportunità.

L'autore, che è dottore di ricerca in Teoria e Ricerca sociale e politica presso il Dipartimento Istituzioni e Società dell'Università di Perugia, fornisce una chiave di interpretazione alle logiche e ai problemi che sottostanno alla costruzione giornalistica europea e italiana.
Non offre solo una panoramica del contesto, ma individua le forze che influenzano l'impostazione di un articolo e le relazioni che si instaurano tra i giornalisti o inviati e i loro caporedattori, fonti e istituzioni sulle quali e presso cui lavorano.

Il libro parte dalla tesi che oggi sui media si parla poco di Europa e che la lacuna vada colmata.
Alessio Cornia la sviluppa seguendo un percorso “a imbuto”, suddiviso in quattro parti. L'autore offre inizialmente una panoramica letteraria sul processo di produzione delle notizie mettendo in evidenza il cosiddetto deficit di comunicazione determinato dalla scarsa conoscenza del pubblico sulle questioni europee e l'importanza di queste ultime e l'influenza delle organizzazioni e delle fonti sulla costruzione della sfera pubblica europea.

Successivamente Cornia rende partecipe il lettore della ricerca effettuata descrivendo i modelli di indagine utilizzati: in particolare, il libro è frutto di un'analisi svolta su 47 interviste semistrutturate a giornalisti che si occupano di tematiche europee, sedici dei quali coprono le notizie dall'Italia, i restanti sono inviati.

Affinchè il lettore possa capire appieno le dinamiche e le problematiche che seguono la prima parte l'autore si fa carico di descrivere il sistema giornalistico a Bruxelles.
Sono forniti così gli elementi utili per far comprendere al meglio il funzionamento della macchina comunicativa europea mossa da una lato dalle istituzioni europee, Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio, dall'altro dai portavoce, ossia i giornalisti che fanno parte della così definita “bolla di Bruxelles” ossia il microcosmo in cui inviati e corrispondenti vivono e lavorano e nella quale nascono e si sviluppano relazioni che vanno, a volte, al di la della concorrenza e a favore di una cooperazione tra colleghi.

La terza parte indaga il difficile rapporto tra istituzioni europee e corrispondenti italiani. In particolare l'autore descrive il carattere polarizzato del giornalismo italiano che accentua la conflittualità della notizia in quanto si ritiene il pubblico attratto dai contrasti, dalle divergenze di opinione sulle questioni più importanti. Pertanto le redazioni hanno assunto questo approccio routinario per attirare il lettore.

Questa caratteristica applicata al panorama nazionale,si ripercuote sul modo di fare giornalismo in Europa. Infatti, i corrispondenti italiani a Bruxelles sono costretti a mediare fra due forze contrapposte. La prima proveniente dal contesto europeo in cui la Commissione offre una comunicazione routinaria e unitaria che difficilmente fa emergere conflitti e problematiche legate ai processi politici interni, il Consiglio che rappresenta una fonte frammentaria ed episodica e il Parlamento, considerato dall'autore ancora come un'istituzione la cui comunicazione è sporadica e poco notiziabile a tal punto da valutarla un'istituzione di seconda classe. La seconda forza è rappresentata dalle redazioni italiane, a cui fanno capo i corrispondenti, che vogliono che la notizia sia negativa, deve rappresentare un'infrazione, una devianza, una rottura della normalità e quindi fonte di opinioni contrastanti, e sia attrattiva, nel senso che deve catturare l'attenzione del lettore ormai abituato ad un certo tipo di giornalismo.

Infine, l'autore mostra come in questa situazione, l'italianizzazione delle notizie europee sia la soluzione che i corrispondenti hanno trovato per ovviare a queste problematiche.
Per "italianizzazione delle notizie europee" l'autore intende la routine giornalistica propria degli inviati italiani secondo cui la notizia viene descritta nell'ottica della sua influenza sul contesto politico, sociale ed economico italiano evidenziando conseguenze particolari di una decisione o proposta e opinioni contrastanti dei politici.
Solo in questo modo, i corrispondenti moderano le pressioni delle redazioni e allo stesso tempo cercano di dar voce a ciò che accade a livello europeo.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_1402,00.html


•   Altre informazioni


Pagina precedente