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Alla scoperta dell’8×1000 valdese, intervista al Moderatore Bernardini

Data: 15/10/2014

Nel 2013 la Chiesa Valdese ha supportato con i fondi derivanti dall’otto per mille, 355 iniziative di cooperazione internazionale e quest’anno più di 450 con una crescita dell’impegno economico da 8 a 10 milioni. Si tratta di uno dei più grandi finanziatori della cooperazione e solidarietà internazionale in Italia. Giusto per fare un paragone e capirne la rilevanza, proprio alcuni giorni fa è stato reso noto il budget che il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale destinerà ai progetti delle ONG per la cooperazione allo sviluppo nel 2015 e si tratta al massimo di 10 milioni. Ai progetti all’estero si aggiungono quelli finanziati in Italia, si tratta nel 2014 di 697 iniziative a carattere sociale e culturale per un totale di oltre 19 milioni di euro. Entro il prossimo 30 novembre le associazioni e ONG italiane sono chiamate a sottoporre le proposte di progetto per l’anno 2015. Per capire meglio lo spirito della Chiesa Valdese e le sue priorità abbiamo intervistato il suo Moderatore Eugenio Bernardini che ci racconta il come e il perché dell’otto per mille valdese.

Come nasce la decisione di impiegare una buona parte dei fondi derivanti dall’8×1000 per progetti di solidarietà internazionale?
Noi siamo una chiesa cristiana, di tradizione protestante, e il vangelo è il nostro riferimento. I valori della condivisione e la non discriminazione sono alla base della nostra fede e conseguentemente della nostra azione. Ecco perché lo straniero è nostro fratello e con lui dividiamo oggi la metà delle risorse che gli italiani hanno voluto affidarci. Anche in questo momento di crisi che l’Italia sta vivendo non possiamo dimenticare che ci sono tante persone che vivono in condizioni ben più difficili delle nostre.

Qual è la visione della Chiesa Valdese sulla cooperazione allo sviluppo e la lotta contro la povertà? Quali sono i vostri valori di riferimento?
Non voglio addentrarmi in discussioni sullo sviluppo, la giustizia sociale e sull’efficacia della cooperazione. Per quanto ci riguarda cerchiamo di intervenire come possiamo nelle emergenze, nel favorire lo sviluppo sostenibile e l’autonomia della crescita economica e culturale delle popolazioni locali. Ciò significa che apprezziamo quelle associazioni e ong che si avvalgono di partner locali, che favoriscono la formazione, che contengono i costi di gestione e limitano i viaggi all’estero all’essenziale. Insomma, la nostra solidarietà è attenta all’efficacia e ai costi di ogni singolo intervento. Siamo consapevoli che spesso il nostro aiuto è solo una piccola goccia in un mare di bisogni, ma del “nostro prossimo” in un campo profughi, in un orfanotrofio o in villaggio senz’acqua ci prendiamo cura con passione e responsabilità.

Con i vostri contributi sostenete la progettazione di associazioni, ONG e organizzazioni di ogni tipologia e dimensione. Avete instaurato collaborazioni con alcune di queste organizzazioni? Siete interessanti a dinamiche di partenariato in Italia e all’estero che vadano anche oltre il semplice finanziamento di progetti?
Come giustamente osservato, finanziamo i progetti che riteniamo più validi, sia di grandi sia di piccole strutture di volontariato o di ong. Cercando di non favorire il gigantismo inutile e costoso da un lato e dall’altro la solidarietà fine a se stessa. Siamo però contenti di notare che tante piccole iniziative nate magari nelle periferie delle città o in piccoli comuni sono cresciute grazie anche ai fondi che abbiamo messo a disposizione. Noi, come dice lo slogan della nostra ultima campagna pubblicitaria, vogliamo “mettere in moto energie alternative”. Grandi o piccole che siano. Per quel che riguarda il partenariato, la risposta è semplice: già lavoriamo stabilmente con molte organizzazioni. Alcune sono associazioni umanitarie espressione del protestantesimo europeo, che vantano esperienza e radicamento territoriale. Altre sono strutture italiane che di volta in volta ci presentano lo stesso progetto per più anni. In qualche caso abbiamo anche sollecitato interventi. Su questa materia le regole che abbiamo sono chiare: nessuno, nemmeno le opere della chiesa valdese, può contare stabilmente, con una sorta di esclusiva, dei fondi Otto per Mille. Tutti possono presentare progetti e tutti sono vagliati singolarmente e sono soggetti ad approvazione. Riteniamo questo un principio di trasparenza necessario anche per evitare la dipendenza dai nostri fondi. Peraltro, l’optimum per noi è il cofinanziamento delle iniziative. In questo modo i progetti possono avere budget più sostanziosi, possono essere più strutturati, avvalersi di migliori competenze. Ma possiamo anche suddividere i rischi della realizzazione ed estendere la rete della solidarietà. Questo è un campo che si può sviluppare ulteriormente e proficuamente per progetti complessi e ad alto impatto sociale ed economico.


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