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Le ONG guardano agli scenari futuri…e torna il dibattito sulla rappresentanza unitaria

Data: 20/10/2016

Non parliamo certo di un tema nuovo nel mondo non governativo italiano. Di rappresentanza unitaria si è discusso più volte soprattutto negli ultimi 15 anni, da quando gradualmente sono venute a crearsi e/o consolidarsi diverse reti e coordinamenti che non hanno saputo o voluto convivere in un’unica organizzazione di rappresentanza, quella che un tempo era l’Associazione delle ONG italiane. La storia del settore non governativo italiano e gli avvicendamenti degli ultimi anni ci consegnano oggi un panorama di rappresentanza abbastanza frastagliato e composto da livelli e percorsi diversi. Ci sono le cosiddette Reti di rappresentanza (AOI, Cini e Link 2007), le cosiddette Federazioni (Cipsi, Cocis e Focsiv), i Coordinamenti regionali (per lo più aderenti ad AOI), le altre Reti tematiche (ForumSad, Agire, ecc). Più in alto ancora c’è il Forum del Terzo Settore che rappresenta circa 75 organizzazioni nazionali di secondo e terzo livello che operano in diversi ambiti tra cui anche la Solidarietà Internazionale. A questo si aggiunge anche la dimensione europea che vede la piattaforma di Concord Italia partecipata da organizzazioni appartenenti a tutte le altre realtà.

Va da se che oggi il panorama è diverso da quello di un decennio fa, il quadro di riferimento odierno è la nuova legge 125 che le stesse ONG hanno contribuito a far nascere. Una legge che non ha più come interlocutori solo le “cosidette” ONG ma le organizzazioni della società civile (OSC), oltre che il settore privato profit e altri attori istituzionali e non. In questo contesto è abbastanza scontato che nel mondo non governativo in molti si facciano delle domande, anche se spesso in modo assolutamente tardivo.

A riaprire il dibattito sulla rappresentanza unitaria è un interessante documento elaborato e condiviso da Nino Sergi, fondatore di Intersos, oggi consigliere strategico di Link 2007 e profondo conoscitore del panorama delle ONG oltre che testimone di tutte le vicissitudini di questo ambito negli ultimi decenni. Secondo Sergi l’impegno delle Ong e delle loro reti è stato fin qui significativo e incisivo. “Ma le sfide sono oggi tali da richiederne un rafforzamento al fine di potere continuare a garantire il necessario peso rappresentativo nella società italiana e di fronte alle istituzioni nazionali e internazionali e quindi potere incidere sulle scelte politiche”. Oggi c’è “l’esigenza di relazionarsi con le istituzioni con una sola autorevole voce, per renderne chiaro e forte il peso politico di fronte alle istituzioni nazionali e internazionali, ai media e nella società italiana. Questa esigenza deve riguardare oggi l’insieme degli attori non profit della società civile impegnati nella cooperazione allo sviluppo e nell’aiuto umanitario: Ong e altre Osc, in un cammino unitario che spetta alle Reti di Ong incoraggiare, rafforzando un cammino avviato con successo dall’Aoi.

Il documento è di carattere propositivo e azzarda una serie di ipotesi per individuare quale possa essere il modello di rappresentanza unitaria adeguato al panorama italiano. “Seguendo l’esperienza maturata negli altri paesi, anche in Italia potrebbe essere giunto il momento di mettere in atto la nostra capacità innovativa, con coraggio e determinazione, per rispondere nel modo migliore e più efficace a questa esigenza di peso politico unitario, rappresentativo del mondo del non profit italiano impegnato nella cooperazione internazionale per lo sviluppo, valorizzando al tempo stesso la pluralità delle identità ed esperienze e esaltando le competenze di ciascuno.

Di seguito i quattro scenari che Nino Sergi mette sul tavolo aggiungendo una preoccupazione legata ai tempi che vede a sua parere la necessità di una reazione entro la fine del 2016:

1. “Confederare” le tre reti Aoi, Cini, Link 2007, aperte ad ogni altra aggregazione che potrebbe nascere, in modo da formare un soggetto collettivo di riferimento istituzionale oltre che di partecipazione ai network europei e internazionali, al pari delle piattaforme nazionali esistenti in molti altri paesi europei. Una confederazione, un’associazione o comunque un’organizzazione di terzo livello che raggruppi le diverse identità che rimangono pienamente autonome nella loro specificità e nella loro iniziativa ma vengono coordinate e rappresentate nel loro insieme nei casi concordemente individuati e regolati [...].


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